29 aprile 2013

In Italia 836 religioni e più immigrati cristiani che musulmani. Presentata a Torino una ricerca del CESNUR


Il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) presenta oggi la sua nuova ricerca sullo stato delle religioni in Italia, confluita nel volume «Enciclopedia delle religioni in Italia» diretto dal sociologo torinese Massimo Introvigne e da PierLuigi Zoccatelli, rispettivamente direttore e vice-direttore del CESNUR, da domani in libreria per la casa editrice salesiana Elledici.

Nelle sue 1.240 pagine la ricerca rubrica 836 religioni e denominazioni presenti in Italia. Per quanto riguarda gli immigrati, la ricerca del CESNUR rivede i dati – in genere provenienti dai rapporti annuali della Caritas/Migrantes – presentati da altri lavori recenti. «Abbiamo contato cose diverse – spiega Introvigne –: la Caritas conta gli immigrati in base alla religione che avevano nel Paese di origine, noi l’effettivo contatto con un’organizzazione della loro religione in Italia». Così se per la Caritas gli immigrati musulmani presenti in Italia sono 1.651.000 per la ricerca del CESNUR sono «solo» 1.360.000. E gli immigrati cristiani ortodossi scendono dagli 1.483.000 della Caritas agli 1.295.000 del CESNUR.
La ricerca rivela una grande crescita del numero d’immigrati ortodossi, soprattutto romeni, che ormai avvicinano per cifre assolute i musulmani e nei prossimi anni potrebbero superarli. «Mentre in un certo immaginario collettivo – spiegano Introvigne e Zoccatelli – un immigrato non cattolico è quasi per definizione un musulmano, in realtà tra gli immigrati appartenenti a minoranze religiose i musulmani non sono - o non sono più - in maggioranza né assoluta né relativa, e i cristiani non cattolici - sommando ortodossi e protestanti pentecostali – sono ora più numerosi degli islamici».
Nel loro complesso gli immigrati che professano religioni diverse da quella cattolica per il CESNUR sono 3.218.000. Oltre a ortodossi e musulmani, rilevanti sono le comunità d’immigrati protestanti – in maggioranza pentecostali (212.000) –, induisti (114.000), buddhisti (103.000) e sikh (60.000), senza dimenticare che anche fra i Testimoni di Geova ci sono 17.400 fedeli immigrati. I non cattolici presenti globalmente in Italia sono 4.635.400 se si considerano nel totale anche gli immigrati che non sono cittadini italiani, 1.417.000 se si prendono in esame i soli cittadini italiani. Detto in altre parole, gli appartenenti a minoranze religiose sono il 2,5% dei cittadini italiani e il 7,6% delle persone presenti sul territorio italiano, immigrati non cittadini compresi.
Tra i cittadini italiani, secondo gli stessi dati, la prima minoranza come famiglia spirituale o corrente è quella protestante, con 435.000 fedeli. Tra di loro gli appartenenti alle comunità «storiche» – valdesi, luterani, riformati, metodisti, battisti – si sono ridotti al 14,2% del totale, mentre una salda maggioranza è costituita da pentecostali (72%).
La prima denominazione protestante italiana è quella, pentecostale, delle Assemblee di Dio in Italia, con 150.000 membri. Poiché i protestanti sono divisi in numerose denominazioni, la seconda organizzazione religiosa tra i cittadini italiani – immigrati non cittadini esclusi – dopo la Chiesa Cattolica è quella dei Testimoni di Geova, con poco più di 400.000 fedeli. Al terzo posto fra le minoranze presenti tra i cittadini italiani, dopo protestanti e Testimoni di Geova, vengono i buddhisti: 135.000, sommando i fedeli delle comunità che aderiscono all’Unione Buddhista Italiana (UBI) e i 63.000 membri della Soka Gakkai, un gruppo di origine giapponese che non fa parte dell’UBI ma è il singolo gruppo buddhista più numeroso in Italia.
Altre presenze hanno numeri decisamente più piccoli. Gli ebrei cittadini italiani costituiscono una realtà di grande rilievo storico e culturale, ma sono solo 36.000. «L’area esoterica e New Age – spiegano Introvigne e Zoccatelli – se guardiamo agli aderenti a movimenti organizzati, non al numero certamente più grande di coloro che simpatizzano per certe idee, è ferma a circa 15.000 aderenti».
Molti italiani, forse oltre centomila, hanno partecipato a un corso o seguito questa o quell’iniziativa di Scientology, ma sulla base dei criteri seguiti dall’Enciclopedia i «membri» veri e propri, quelli che considerano Scientology la loro religione, in Italia sono stimati dalla ricerca intorno ai diecimila (il movimento ne dichiara cinquantamila). «836 religioni e denominazioni – conclude Introvigne – mostrano che l’Italia è un Paese caratterizzato da un pluralismo religioso crescente, che non va sopravvalutato – quella cattolica rimane la religione ampiamente maggioritaria – ma nemmeno sottovalutato».

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