Carissime sorelle, nel pomeriggio di lunedì 6 settembre 2021, il Signore della Vita e della Gioia ha chiamato a Sé, dalla casa “Maria Ausiliatrice” di Clusone (Bergamo), la nostra carissima Suor Maria Lucia BECCALOSSI.
Nata a Brescia il 5 febbraio 1926
Professa a Lugagnano d’Arda (Piacenza) il 6 agosto 1948
Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” - Italia
Una vita intensa, dinamica ed anche avventurosa la sua, vissuta in un profondo cammino di fede. Nelle note autobiografiche, stilate in tono accattivante, c’è un commento che ben esprime la qualità della sua vita: “Devo concludere con una constatazione consolante: Dio con me è stato non solo buono, ma gentilmente buono, sempre opportuno nei suoi interventi, sempre presente anche nelle piccole cose. Ho imparato a non chiedergli favori e grazie: me le fa già e al momento opportuno, con una ‘gentilezza cavalleresca’, come gli dico spesso”.
Suor Lucia nacque in una famiglia di modeste condizioni economiche, ma ricca di fede e di bontà. Il Signore aveva benedetto le nozze dei genitori con il dono di cinque figli, di cui Maria Lucia era la primogenita. La mamma accudiva il nucleo familiare con attenzione educativa e il papà, un cattolico convinto, era impiegato nelle Poste Italiane. Di sé, bimba, ella scrisse che a scuola era brava e diligente, ma fuori era vivace e birichina tanto che tutti prediligevano il fratello di un anno minore di lei, che era buono e gentile. Da adolescente aveva trovato lavoro presso una fabbrica di armi della città, ambiente non facile che aveva saputo ben gestire grazie alla guida del direttore spirituale, un Padre Cappuccino responsabile della Parrocchia; a lui aveva svelato il suo sogno di qualcosa di grande per la sua vita e da lui era stata orientata alle FMA presenti in città, ma che lei non conosceva.
Quale non fu la sua sorpresa quando, nella sala dove venne ricevuta dall’Ispettrice suor Bianca Patri, trovò il quadro di Maria Ausiliatrice, lo stesso che c’era a casa sua e di cui il papà aveva detto: “È una Madonna che fa molti miracoli!” Iniziato il cammino formativo nel gennaio 1946 a Bibbiano, passò nello stesso anno in Noviziato a Lugagnano d’Arda e il 6 agosto 1948 emise i primi voti, esperienza che visse con grande impegno e fervore.
Dopo la Professione, venne inviata a Torino per completare gli studi magistrali e lì presentò la domanda missionaria che venne accolta. Così nel settembre 1950 partì per l’America Latina dove ebbe modo di incontrare Ispettrici di elevato spessore carismatico: madre Maria Crugnola e madre Antonietta Böhm.
Iniziò il suo servizio missionario nell’Ispettoria Argentina “N. S. del S. Rosario”, dove madre Crugnola - da lei definita «un capolavoro di santità, intelligenza e bontà» - le fece convalidare gli studi fatti in Italia frequentando la “Facultad de Agronomìa y Veterinaria” di Corrientes, dove nel 1955 si laureò in Matematica e Fisica. Avviata all’insegnamento nella Scuola di Rosario, dal 1957 al 1964 svolse questa missione con grande gioia, tutta tesa a trasmettere alle ragazze l’amore di cui si sentiva capace, collaborando nel contempo sia nel Consiglio ispettoriale che in quello locale. Negli anni 1964-1967 fu animatrice di comunità nelle case di Aspirantato e Postulato a Rosario e a Mendoza.
Dalla nuova Ispettrice madre Antonieta Böhm, dalla quale suor Maria Lucia disse di aver imparato che «amare vuol anche dire accettare molti sacrifici», ebbe l’incarico della Catechesi a livello Ispettoriale. Venuta in Italia per partecipare al Convegno catechistico, a sorpresa, ricevette una nuova obbedienza: Madre Ersilia Canta le chiese di andare come Segretaria, per un triennio, alla Nunziatura Apostolica del Messico, dove era necessario conoscere bene sia l’italiano che lo spagnolo. Nel 1971, rientrata a Roma, nell’allora Ispettoria Romana “S. Cecilia”, venne nominata direttrice della casa “Don Bosco” di Cinecittà: una casa grande che non conosceva e, soprattutto, ignorando le leggi scolastiche italiane.
Nel 1974-‘75 una nuova obbedienza, sempre ‘a sorpresa’: venne nominata Ispettrice a Lima nell’Ispettoria che comprendeva le case del Perù e della Bolivia. Lavorare in campo missionario fu per lei motivo di gioia, ma anche di fatica per la vastità del territorio e la diversità di culture. Quando nel 1979 l’Ispettoria venne divisa, suor Maria Lucia fu nominata Delegata per la Bolivia e, successivamente, Superiora della Visitatoria “N. S. della Pace. Scrisse: «Mi trovai nella missione che avevo tanto sognato: povera, ma aperta ai valori di fede».
Nel 1986, rientrata definitivamente in Italia, fu nominata direttrice della casa di Torino “Madre Mazzarello”: una comunità numerosa e con molte opere, di cui non conosceva nulla e nessuno. Anche per questa obbedienza, nelle sue annotazioni esprime la sua profonda riconoscenza: «Dio è sempre buono e gentile, e mi fece trovare suore, specialmente il Consiglio della casa, buone, generose, sempre disposte ad aiutarmi, sempre vicine in ogni circostanza. Ne ringrazio ancora Dio e le ricordo con particolare riconoscenza”.
Nel 1991, al termine del sessennio, chiese di rientrare nella sua Ispettoria di origine: l’Ispettoria Emiliana “Madonna di S. Luca”. Venne inviata a Brescia, sua città natale, inizialmente come animatrice di comunità, poi segretaria della Scuola e, negli ultimi 15 anni, come aiuto in portineria e delegata delle Exallieve.
Suor Maria Lucia è stata una persona di tanta preghiera, con un eccezionale spirito di adattamento, sempre pronta a scusare, a perdonare e a chiedere perdono. Donna di pace e saggia, lasciava trasparire dallo sguardo, sempre positivo e benevolo, la Luce che la abitava. Non diceva mai male di nessuno; e quando c’era qualche disguido comunitario, taceva e accettava in silenzio. Donna lungimirante e paziente, capace di comprensione e di dialogo, era persona di giudizio critico, ma sempre pervaso di speranza. Il suo sorriso furbetto, attirava l’attenzione delle persone che rimanevano attratti dalla sua cultura e dalla sua passione educativa. Donna di relazione, ha mantenuto i contatti con le Exallieve dell’Argentina. Per le Exallieve italiane, di cui era delegata, era un punto di riferimento salesianamente accogliente. Le sue circolari avevano un sapore genuino che faceva bene al cuore: “Da te abbiamo imparato cosa vuol dire essere operatori di pace nel nostro vivere quotidiano”: così hanno scritto le Exallieve nel loro saluto finale.
Nell’estate del 2020, a causa di una caduta, si è fratturata ambedue i polsi e, avendo perso la sua autonomia, si è reso necessario il passaggio alla casa per le sorelle anziane e malate di Clusone. Ha sempre mantenuto la sua bella lucidità e la sua arguzia fino a circa 20 giorni fa quando, colta da febbre alta, un declino rapido e inarrestabile l’ha portata alla visione di quel Signore che ha tanto amato e servito nei giovani, nei poveri e in tutti quelli che ha incontrato.
Il Signore certamente avrà dato a questa FMA fedele ed entusiasta, dall’ardente cuore missionario, il premio per il tanto bene seminato. E lei dal Paradiso continuerà ad intercedere per noi, per il Capitolo generale ormai imminente, per le vocazioni della sua stessa tempra gioiosamente infaticabile.
L’Ispettrice
Suor Stefania Saccuman
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