Carissime sorelle, il 30 aprile 2021, dalla comunità di Rosà (Vicenza), il Signore ha introdotto nel Suo Regno di pace la nostra carissima Suor Anna Maria CAVARZAN.
Professa a Battaglia Terme (Padova) il 6 agosto 1961
Appartenente all’Ispettoria Triveneta “S. Maria Domenica Mazzarello” - Italia
Quando Albina e Luigi, genitori di Anna Maria, si sposarono, mamma Albina chiese al Signore la grazia di tanti figli, che potessero allietare con la loro presenza la vita quotidiana. Nonostante la sua preoccupazione iniziale, fu esaudita con il dono di otto femmine e quattro maschi che si impegnarono ad educare ad una fede semplice e concreta, fatta di preghiera e di servizio quotidiano. Quando nacque Anna Maria, la settima, tutti riconobbero in lei, fin da piccola, un profondo desiderio di Dio. La ricordano, infatti, sempre dedita alla preghiera, tanto che l’hanno sempre considerata “la fonte di protezione” di tutta la famiglia Cavarzan. Simpaticamente, i fratelli ricordano che mamma Albina tante volte si impazientiva con lei, perché, così immersa nella preghiera, trascurava i piccoli lavori di casa che le venivano affidati.
Forse spinta dalla testimonianza del fratello Giulio, Salesiano missionario in Australia, ma ancor di più attirata dall’Amore che il Signore le donava, già a 14 anni espresse il desiderio di consacrarsi a Lui e presto sentì forte anche la vocazione ad essere missionaria ad gentes. Il 31 gennaio 1959 fu ammessa al Postulato a Padova ed il 5 agosto dello stesso anno iniziò il Noviziato. Il 6 agosto 1961 emise la prima Professione a Battaglia Terme e fu subito inviata a Torino come studente della Scuola Magistrale. Già con la missione nel cuore, nel 1962 fu in Inghilterra per lo studio della lingua inglese e l’anno dopo partì per la Corea del Sud. Trascorse in questa terra 23 anni, amandola profondamente, tanto che, quando l’obbedienza la riportò in Italia, continuò a custodirla nel cuore ed a desiderare di tornarvi. Fu a Seoul dal 1963 al 1982, prima come assistente delle Aspiranti ed economa, poi dal 1977 come direttrice. Chi l’ha conosciuta, la ricorda sempre piena di “gioia missionaria” che sapeva trasmettere anche alle giovani in formazione, insieme all’amore per Maria Ausiliatrice, verso cui nutriva un’autentica devozione filiale. Era allegra, capace di trascinare le giovani aspiranti e di animare le loro ricreazioni con scherzi e giochi. Anche quando le ristrettezze economiche chiedevano dei piccoli sacrifici, sapeva accogliere tutto con il sorriso ed aiutava pure le giovani sorelle a viverli con spirito di fede.
Nel 1982 ritornò in Italia per curare la sua salute già un po’ fragile e per alcuni corsi di aggiornamento. Portava, però, in cuore il desiderio di far presto ritorno in quella che era ormai diventata la sua terra, desiderio che fu esaudito. Nel 1984 fu a Kwangju come vicaria e nel 1985 a Masan “Auxilium” come direttrice.
Nel 1988 venne inviata a Roma “Casa Generalizia” per frequentare il corso di spiritualità e come addetta all’Ufficio catechistico. Vi rimase, prestando aiuto in diversi ambiti, per 22 anni.
I dolori e le fatiche fisiche che la accompagnavano, non le permisero più di tornare in Corea. Gli occhi si riempivano di gioia, però, ogni qualvolta riceveva la visita delle sorelle coreane che avevano l’occasione di passare a Roma. Subito riprendeva dimestichezza con la lingua coreana e si intratteneva a conversare con loro. In questi anni mantenne vivo l’ardore apostolico che metteva in ogni azione quotidiana, ma che esprimeva con passione anche nel servizio pastorale in parrocchia, dove era stimata ed apprezzata come catechista.
Nel 2010 ritornò in Veneto, nella comunità di Montebelluna, più vicina ai familiari con cui aveva sempre mantenuto relazioni di affetto e di stima. Era sempre più affaticata dai problemi di salute, ma continuò ad essere una presenza buona, umile, capace di accorgersi di chi aveva bisogno. Sapeva relazionarsi con le sorelle più giovani con discrezione e affetto.
Nel 2016 fu trasferita a Rosà, per poter essere maggiormente seguita e accompagnata. Un breve scritto ritrovato fra le sue cose, ci dice bene come ha cercato di vivere anche questo tempo: “Semina la bontà, semina l’amore: meglio in atti che in parole! Signore, come sarebbe bella la terra, se tutti gli uomini ti amassero e facessero la tua volontà! Come sarebbe dolce vivere!”.
Carissima suor Anna Maria, grazie per la tua testimonianza di bontà senza misura! Ora che godi della presenza del Signore e di Maria che hai tanto amato, prega per la tua famiglia, per la nostra Ispettoria, per le sorelle della Corea e per l’intero Istituto. Chiedi per noi il dono di vocazioni ardenti, dal cuore missionario!
L’Ispettrice
Suor Palmira De
Fortunati
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