Carissime sorelle, mercoledì 9 dicembre 2020, dalla casa “Maria Ausiliatrice” di Sant’Ambrogio Olona (Varese), il Signore ha chiamato a vivere con Lui nella pienezza della beatitudine la nostra carissima sorella Suor Agnese GILÀ.
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1940
Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” - Italia
Agnese nacque in una bella famiglia, modesta ma
illuminata da molta fede. Il papà, ex-allievo salesiano, elettrotecnico di
mestiere, era stato un pioniere dell’Azione Cattolica e il braccio destro del
Parroco. La mamma era sarta e accudiva la numerosa famiglia con grande serenità,
sorretta dalla preghiera. Diceva «che la
Messa quotidiana era il Sole delle sue giornate». Ciò che sappiamo della
vita di suor Agnese, lo desumiamo dalle note autobiografiche da lei stessa
stilate al suo rientro dalla Missione in Brasile. A 89 anni, in un’elegante e
‘spedita’ calligrafia, narra di sé comunicando tutto il suo amore e la sua
gratitudine per la vita. Racconta l’esperienza familiare segnata da una
profonda religiosità che aveva inciso sulla vita dei sei figli, in particolare
sulla maggiore Lucia, FMA, morta santamente a 29 anni a Torino Cavoretto, su Renzo
Sacerdote diocesano e su di lei che ha seguito la sorella nell’Istituto.
Venne a contatto con il carisma salesiano quando
giunse in paese un Salesiano che era stato missionario in Cile che infervorò
tutti con il suo entusiasmo apostolico. Leggendo il Bollettino Salesiano, Agnese a 13 anni cominciò a sognare le
missioni d’Africa; poi, ricevendo le lettere della sorella Lucia, fu
incoraggiata ad entrare nell’Istituto col motivo che a Casanova c’era il
Noviziato Missionario.
Iniziò così il cammino formativo a Chieri nel 1938. Nello
stesso anno passò al Noviziato di Casanova, dove il 5 agosto 1940 emise i primi
voti. Dopo la Professione, venne inviata a Nizza Monferrato per completare lo
studio. Conseguito il Diploma di Abilitazione Magistrale, iniziò ad insegnare a
Torino “Madre Mazzarello”. Nell’agosto 1943 Madre Angela Vespa le chiese di
accompagnare una consorella al loro paese, in Svizzera, poiché il papà era
gravissimo. Ma poi, a motivo della seconda guerra mondiale, tutte le frontiere
vennero chiuse. Fu così che si rivolse all’Istituto Elvetico di Lugano dove il
Direttore salesiano fu ben felice di accoglierla perché era proprio alla
ricerca di una maestra elementare e lì rimase per 15 anni.
Nel 1957 venne trasferita a Varese “Casa Famiglia”
come assistente delle ragazze interne. L’anelito del suo cuore, però, era
altro: «Sempre pensando alle Missioni,
desideravo l’Africa. Ma quando entravo in Cappella, Madre Mazzarello dal suo bel
quadro mi suggeriva: “Andrai in America”».
Rifece allora la domanda missionaria che venne
accettata e fu inviata in Brasile: «Destinata
al Brasile là lavorai per ben 48 anni come insegnante, assistente, responsabile
dell’oratorio (la mia passione!), infermiera, animatrice della Liturgia (musica
e canto), assistente e vicaria, sacrestana, soprattutto catechista… Per
concludere: sono andata in Brasile per evangelizzare e mi hanno evangelizzata,
specialmente i poveri e i bambini». Lavorò nelle Case di S. João
del Rei, Belo Horizonte “Pio XII”, Silvânia, Minas Novas e Cachoeira do Campo. Nel 2008 suor Agnese stessa chiese di rientrare in
Italia e venne destinata alla casa di Sant’Ambrogio.
Così conclude le sue note autobiografiche: «Ed ora eccomi a Sant’Ambrogio in attesa
dell’ultima chiamata. Fiat, Magnificat, Alleluia!». Parole che ha ripetuto
durante un colloquio con l’Ispettrice nel 2013, esplicitandone il senso: FIAT
per tutti gli acciacchi inerenti all’età; MAGNIFICAT per tutte le grazie
ricevute, non basta l’eternità a ringraziare; ALLELUIA per la Pasqua eterna che
ci aspetta. Fare la volontà di Dio eucaristicamente
perché tutto è grazia». È significativo citare le ultime righe di una sua
poesia, scritta osservando il fiore del calicanto: «Io ho novant’anni. Mi parla proprio al cuore. Sembra dirmi: “Coraggio!
Anche alla tua età puoi essere fiorita”. Più l’ammiro e più mi dice: “Anche la
quinta età come la mia può diventare poesia. Avere il cuore giovane, fiorito
d’Amore che del gelo sfida il rigore».
Con gratitudine lodiamo il Signore per il dono di
questa carissima sorella che ha fatto della sua vita un anelito di Paradiso:
mai un lamento, nonostante gli acciacchi, sempre serena e orante, felice di
accogliere col suo dolce sorriso chi andava a farle visita. La sua partenza è
stata per noi sofferta, ‘rubata’ dal Coronavirus che ci sta affliggendo. Ma ora
la pensiamo felice nella contemplazione di quel Signore che fin da bambina ha
cercato e per tutta la vita ha servito nei poveri e nei piccoli. Ora interceda
per tutte noi, in particolare per il Brasile, che ha tanto amato, la benedizione
del Signore e il dono di sante vocazioni.
L’Ispettrice
Suor
Maria Teresa Cocco
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