31 luglio 2019
25 luglio 2019
21 luglio 2019
Ecco quanto ha detto oggi, Papa Francesco, dopo l'Angelus:
Cari fratelli e sorelle,
cinquant’anni fa come ieri l’uomo mise piede sulla luna, realizzando un sogno straordinario. Possa il ricordo di quel grande passo per l’umanità accendere il desiderio di progredire insieme verso traguardi ancora maggiori: più dignità ai deboli, più giustizia tra i popoli, più futuro per la nostra casa comune.
Rivolgo ora un cordiale saluto a tutti voi, romani e pellegrini! In particolare, saluto le novizie delle Figlie di Maria Ausiliatrice provenienti da diversi Paesi. Vi saluto in modo speciale, e spero che alcune di voi andranno in Patagonia: c’è bisogno di lavorare lì!
Saluto gli alunni del collegio Cristo Rey di Asunción (Paraguay), i seminaristi e i formatori dell’Opera Don Guanella di Iaşi (Romania), i giovani di Chiry-Ourscamp (Francia) e i fedeli di Cantù.
A tutti auguro una buona domenica e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!
20 luglio 2019
Suor Concetta FLOCCARI
Carissime sorelle, il 13 luglio 2019, commemorazione mensile di Madre Mazzarello, dalla casa “Maria Ausiliatrice” di Soverato (Catanzaro) è tornata alla casa del Padre la nostra carissima sorella Suor Concetta FLOCCARI.
Nata a Polistena (Reggio Calabria) il 7 agosto 1923
Professa ad Alì Marina (Messina) il 5 agosto 1950
Appartenente all’Ispettoria Meridionale “Madonna del Buon Consiglio” Napoli – Italia
Concetta nacque in una famiglia profondamente cristiana, da genitori “molto religiosi e felici”, come lei stessa li definì. Seconda di quattro figli, due fratelli e due sorelle, frequentò la parrocchia e le suore di S. Giovanna Antida che risiedevano al suo paese, ed era membro attivo dell’Azione Cattolica, la cui presidente era un’exallieva di Alì Marina, grande ammiratrice delle suore di Don Bosco.
A sette anni, il giorno della sua prima comunione, sentì una forte voce interiore: “Ti voglio tutta mia”, che le fece comprendere chiaramente la sua chiamata a diventare suora; ne parlò in famiglia, ma non le venne prestata alcuna considerazione visto che era solo una bambina. A 14 anni manifestò il desiderio di entrare tra le suore di S. Giovanna Antida, ma i genitori le si opposero decisamente. Continuò a pregare, ad alimentare il desiderio di essere tutta del Signore e a frequentare l’Azione Cattolica della parrocchia. La presidente, exallieva di Alì Marina, le regalò una biografia di Madre Mazzarello scritta dal Maccono, che la giovane lesse con vivo entusiasmo tanto da desiderare di incontrare le FMA. La presidente le fece conoscere le suore di Rosarno, la comunità più vicina al suo paese.
Finalmente, dopo dieci anni di desiderio sempre vivo e di insistenza presso i genitori, all’età di 24 anni le fu concesso di entrare nel nostro Istituto. Si era nei difficili anni del dopoguerra e un ostacolo non indifferente era costituito dal problema economico. Per far fronte alle sue spese in Istituto, i genitori vendettero la loro casa di Villa San Giovanni e le consegnarono la sua parte. Ma, durante il viaggio per raggiungere la comunità di Messina “Don Bosco”, le rubarono i soldi e Concetta rimase con le mani vuote. Fortunatamente fu ben accolta in comunità, in particolare dall’Ispettrice e dalla Direttrice, che l’aiutarono a realizzare il suo sogno di essere Figlia di Maria Ausiliatrice.
Dopo l’anno di postulato a Messina e il noviziato ad Alì Marina, il 5 agosto 1950 pronunciò il suo SI’ al Signore che si concretizzò nella quotidianità vissuta nella comunità di San Cataldo, dove rimase fino al 1957 come guardarobiera e nella comunità di Messina “S. Giovanni Bosco” per l’anno successivo, in aiuto all’economa ispettoriale.
Nel 1959 partì come missionaria in Bolivia e vi rimase per un decennio, dove visse nel sacrificio e nella gioiosa donazione, convinta di voler seguire Gesù sempre e dovunque. Dal 1969 al 1973 fu insegnante dei corsi professionali a Rosarno e poi portinaia nella stessa comunità. Purtroppo la mamma si ammalò e nel 1983 suor Concetta dovette ritornare al suo paese natale per accudirla fino alla sua morte.
Nel 1987 ritornò per un anno nella comunità di Rosarno per un periodo di riposo; quindi l’obbedienza la chiamò nella comunità di Reggio Calabria dove prestò il suo servizio come infermiera e guardarobiera fino al 2010 quando, ormai stanca, rimase a riposo fino al 2015, anno in cui fu trasferita a Soverato per avere maggiori cure e assistenza.
Suor Concetta era una persona semplice, totalmente dedita al servizio delle sorelle che accudiva con totale gratuità e abnegazione. Sempre sorridente, si offriva per i lavori più umili, senza mai un lamento o sottolineature negative, convinta di servire in loro il Signore, il suo vero tesoro.
Lo scorso anno, mentre pregava insieme alle sorelle dell’infermeria, fu colpita improvvisamente da un ictus che, nonostante il soccorso tempestivo e il ricovero in ospedale, la costrinse poi a letto perché paralizzata nell’intera parte sinistra del corpo. Anche se sofferente, impossibilitata a muoversi e con una progressiva perdita di memoria, continuava a voce alta a lodare e invocare il Signore e la Madonna.
Cara suor Concettina, a te che hai vissuto nel sacrificio gioioso, nell’attenzione alle sorelle e nella donazione ai giovani, affidiamo le nostre comunità e la nostra missione.
Per intercessione di Madre Mazzarello, che hai tanto amato, chiedi per noi vocazioni autentiche che sappiano, come te, testimoniare con la vita l’amore di Dio per ogni persona!
L’Ispettrice
Suor Maria Rosaria Tagliaferri
19 luglio 2019
Suor Maria do Rosário FERNANDES SANTOS
Carissime sorelle, il 16 luglio 2019, dalla casa “S. Giuseppe” di Alcabideche (Portogallo), il Signore della vita ha chiamato a Sé la nostra carissima Suor Maria do Rosário FERNANDES SANTOS.
Nataa Poiares de Régua (Portogallo) il 1° novembre 1935
Professa a Monte Estoril (Portogallo) il 5 agosto 1958
Appartenente all’Ispettoria Portoghese “N. Signora di Fatima” - Estoril
Suor Maria do Rosário nacque in una famiglia profondamente radicata nei valori cristiani. La sorella Genialda l’ha seguita un anno dopo la sua entrata in Aspirantato ed è FMA.
Siccome i Salesiani avevano la casa di formazione in Poiares, Rosarinho - come era affettuosamente chiamata – acquistò presto familiarità con le feste salesiane di Maria Ausiliatrice, di S. Giovanni Bosco e di S. Domenico Savio. Non aveva, però, sentito ancora parlare di Madre Mazzarello. Ma il Signore la aspettava. «Un giorno - raccontava - ho sentito il "Vieni e seguimi". Non è stato facile per me lasciare genitori e fratelli. La lotta è stata molto dura. Lacrime notte e giorno. Solo tu lo sai, Signore! Ma hai vinto. Ti seguo, Signore, e non dimenticherò mai il giorno della mia prima Professione».
Ammessa al Postulato il 29 gennaio 1956 e vissuto il Noviziato a Monte Estoril, emise i voti il 5 agosto 1958. Svolse per alcuni anni il servizio educativo come assistente delle interne a Porto. Dal 1962 iniziò la sua missione in Africa, prima a Namaacha (Mozambico) dove fu assistente, insegnante e vicaria e poi a Lourenço Marques come direttrice della comunità, del pensionato universitario e Delegata dell’Ispettrice. Nel 1976 tornò in Portogallo, dove fu vicaria e insegnante a Vendas Novas e poi direttrice a Evora. Successivamente passò a Monte Estoril come assistente delle novizie, vicaria e Consigliera ispettoriale.
Nel 1985 andò missionaria in Sud Africa, a Brentwood Park, dove fu direttrice ed insegnante in una scuola di figli di migranti. Tornata definitivamente in Portogallo nel 1988, riprese ad essere assistente delle interne a Porto e a Setúbal. Poi fu vicaria e responsabile ADMA nella Scuola “N. S. del Rosario”, direttrice a Golegã e a Monte Estoril nella Casa ispettoriale. In seguito fu vicaria e catechista a Areosa “Maria Ausiliatrice”. Nel 2006 trascorse un anno in Italia, tra il Noviziato internazionale di Roma e Mornese “Collegio”. Rientrata in patria, fu ancora assistente e catechista a Porto, a Vendas Novas, a Faro e nell’Opera Sociale di Estoril Galizia.
Suor Maria do Rosário era molto sensibile, cordiale, fraterna, sempre con un comportamento dignitoso. Partecipava volentieri ai vari momenti comunitari. Aveva una grande passione per l'insegnamento, che svolse fino a quando le fu concesso, lasciandolo poi con rammarico. Sempre pronta a fare l’assistenza salesiana nei cortili e in altri luoghi dove vedeva bambini o giovani, non li ha mai lasciati soli, senza lo sguardo attento e il cuore salesiano. La catechesi è stata una delle sue grandi passioni. Ha sempre animato i gruppi con spirito evangelico e missionario.
Negli ultimi anni vissuti a Setúbal, la perdita della vista la preoccupava molto. Anche se cercava di non farlo pesare, era comunque grata nel ricevere le circolari della Madre con i caratteri ingranditi per facilitarle la lettura. Infatti, le piaceva molto leggere! Al mattino era sempre la prima ad arrivare in cappella per la preghiera comunitaria, che diceva essere il suo cibo per affrontare le difficoltà quotidiane.
Dal 25 aprile, giorno della Festa del Grazie ispettoriale, non riuscì più a camminare. Venne portata d’urgenza all'ospedale di Setúbal. Sottoposta a parecchi esami clinici, le fu diagnosticato un cancro allo stomaco. Dopo averle somministrato alcune cure, i medici avevano deciso l’intervento chirurgico per il 24 maggio. Ma non poterono effettuarlo, perché constatarono una metastasi ormai diffusa in tutto il corpo. Venne quindi trasferita all'ospedale di Cascais e da lì alla Casa “San Giuseppe”, dove il Signore l’ha chiamata proprio nella memoria di Maria Nostra Signora del Carmelo, di cui era tanto devota.
Ringraziamo suor Maria do Rosário per la sua vita donata e per la grande varietà di attività pastorali a servizio dell’Istituto e della Chiesa nelle diverse comunità in cui l'obbedienza l'ha chiamata durante gli oltre 60 anni di vita religiosa salesiana.
Che il Signore la accolga ora nella Sua casa. E lei interceda per la Chiesa, per l'Istituto e per l’Ispettoria il dono di nuove vocazioni. Offriamo la nostra fraterna preghiera di suffragio per lei.
L’Ispettrice
Suor Rosa Cândida Gomes
15 luglio 2019
13 luglio 2019
12 luglio 2019
10 luglio 2019
NEWS ANALYSIS/OMNIS TERRA - La missio ad gentes negli Atti degli Apostoli
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Sin dall'inizio del suo magistero, Papa Francesco ha ripetutamente richiamato l'attenzione sulla necessità di realizzare un grande risveglio missionario basato sull'approccio evangelico alla missione della Chiesa nel mondo. Questa chiamata è in linea con l'intuizione di Papa Benedetto XV espressa nella Lettera apostolica Maximum Illud e sulla rivitalizzazione della missio ad gentes "come motore e orizzonte della fede". Un rinnovato impegno missionario di tutti i cristiani è necessario in un momento in cui la missione ha bisogno di riconquistare il suo vero significato, la forza vitale e la spinta evangelizzatrice, "affinché lo spirito della missio ad gentes possa animare il cammino della Chiesa" oggi e per il futuro. Evangelizzatrice per natura, la Chiesa dovrebbe sempre iniziare evangelizzando se stessa: questo è l'unico modo per garantire che sia in grado di preservare la sua freschezza e il coraggio apostolico da ricreare e riformare con nuove modalità di presenza cristiana (Gaudete et Exsultate, 130-132), in modo da continuare a rispondere efficacemente al comando di Gesù di "andare e predicare il Vangelo a tutti: a tutti i luoghi, in ogni occasione, senza esitazione, riluttanza o paura" (Evangelii Gaudium, 23 ).
Il Mese missionario straordinario dell'Ottobre 2019, annunciato dal Santo Padre per celebrare il centenario della Maximum Illud, è quindi una "occasione provvidenziale" per ravvivare nei fedeli il "coraggio, e lo zelo" di chi proclama il Vangelo ". Il tema scelto per questa iniziativa è "Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo", rivela la dimensione missionaria del nostro battesimo, poiché essere inviati in missione è una chiamata che viene con il battesimo ed è per tutti i battezzati. "Il libro per la preghiera e la meditazione" dei battezzati e inviati di tutti i tempi - sottolinea Papa Francesco - non può che essere gli Atti degli Apostoli. La "comunità dei discepoli missionari" che ha iniziato l'evangelizzazione da "Gerusalemme [...] fino ai confini della terra" (Atti 1: 8) è la principale fonte di "ispirazione" ed è la stella polare nella missione di evangelizzazione e testimonianza di fede cui sono i membri della Chiesa. (...)
Continua a leggere l'approfondimento sul sito web di Omnis Terra. -> http://omnisterra.fides.org/articles/view/120
Suor Edvige MARTINELLI
Carissime sorelle, il 4 luglio 2019, dall’Ospedale “Egas Moniz” di Lisboa (Portogallo), il Signore ha chiamato a Sé la nostra carissima Suor Edvige MARTINELLI.
Nata a Tavernola (Bergamo) il 5 settembre 1920
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1940
Appartenente all’Ispettoria Portoghese “Nostra Signora di Fatima” - Estoril
Suor Edvige nacque in una famiglia profondamente cristiana. I genitori educarono i loro otto figli sul fondamento dell'amore a Dio e alla Vergine Maria. A dieci anni, il 23 novembre 1930, ricevette il sacramento della Cresima. Questo dono di fede ricevuto e alimentato, fu per lei sempre motivo di ringraziamento a Dio. E lo faceva anche mettendo a frutto le grandi abilità artistiche che il Signore le aveva donato.
Fin dalla tenera età Edvige sentì la chiamata del Signore. Il contatto con una missionaria FMA che era passata al suo paese le fece nascere il grande desiderio di diventare missionaria. Ma il sacerdote che la guidava, don Pietro Bonicelli, la orientò a fondare meglio le motivazioni che la dovevano portare a seguire il Signore. Il papà non era d'accordo sulla sua scelta e quindi Edvige non poteva essere così sollecita nel dare la risposta al Signore come il cuore avrebbe desiderato. Ma poi giunse il consenso favorevole e questo le diede ali. Il 20 agosto 1935 entrò a Torino nella Casa “Madre Mazzarello” e, successivamente, nell’Aspirantato di Arignano. Il 31 gennaio 1938 iniziò il Postulato, seguito dal Noviziato a Casanova. Lì il 5 agosto 1940 fece la professione religiosa. Suor Edvige stessa lasciò scritto: «Prove e difficoltà non mi sono mancate, ma sono sempre stata felice della mia scelta. La mia prima professione è stata una giornata indimenticabile e per anni anche solo nel ricordarla mi commuovevo».
I tempi erano difficili a motivo della guerra. In attesa di migliori possibilità per realizzare il suo sogno missionario, si dedicò allo studio e all’insegnamento del ricamo, taglio e cucito nelle case a cui la destinò l'obbedienza: Torino e Castelnuovo. Solo al termine della guerra, suor Edvige il 25 agosto 1946 giunse in Portogallo. Qui si donò con tutto il suo cuore e la sua anima alla missione. Dal 1946 al 1958 lavorò come assistente e insegnante di ricamo a Monte Caparica. Dal 1958 al 1968 visse nella Casa “Santa Clara” di Lisboa dove continuò le stesse attività, oltre a lezioni di attività manuali e di teatro. Nel 1968 passò a Porto “Nossa Senhora das Dores" e nella casa "S. José", dove si dedicò all’assistenza delle interne.
Nel 1969 fece ritorno in Italia: per due anni fu assistente di oratorio nella casa di Rivalta “Laura Vicuña mentre frequentò un corso di animazione sportiva. Ma l'amore per la missione la riportò in Portogallo e venne destinata dall’obbedienza al Collegio “Laura Vicuña” di Vendas Novas. Vi rimase 44 anni! Nell’intensa attività tra i giovani, mise in atto i suoi doni artistici di ricamo, teatro e pittura, particolarmente per il fonte battesimale della Parrocchia di Sant'Antonio di Vendas Novas e della Parrocchia di San Domenico Savio. Scrisse: «Sebbene non fossi priva di difficoltà, cercavo sempre di mantenermi calma; il Signore mi ha riempito di grazie e di felicità. La vita religiosa, come ogni altra vocazione, è meravigliosa quando ti lasci guidare dal Signore e da coloro che ti amano e ti circondano».
Nei quattro anni in cui visse nella casa di riposo “S. Giuseppe” di Alcabideche, soffrì molto per la mancanza dell’azione diretta tra i giovani e le Exallieve che amava. Ma, poco a poco, riuscì ad offrire tutto al Signore. Di tanto in tanto la sentivamo dire: «Sei tu, Gesù che mi aiuti in tutta la mia vita!». E ancora: «Ciò che conta è vivere amando il nostro Dio». Trascorreva le giornate con il rosario in mano e canterellava, più o meno consapevolmente, qualche lode mariana. Nonostante la sua fragilità, aveva espressioni di semplicità, gratitudine e affetto per coloro che l’assistevano e per le consorelle della comunità. Le piaceva partecipare ai momenti comunitari, ma spesso doveva rinunciare perché non le era più possibile.
Un lungo cammino di 99 anni di vita, tutti spesi per la causa del Regno di Dio nella condivisione dei doni ricevuti. Colpita da ictus il 30 giugno, fu ricoverata in ospedale e il 4 luglio rese la sua anima a Dio. Spetta ora a noi ora lodare e ringraziare il Signore per la fedeltà e la testimonia di gioia di questa cara FMA, per tutto il bene che ha seminato dove è passata. Che Dio sia la sua ricompensa!
Abbiamo un’altra sorella che intercede in Paradiso presso il Signore! Ottenga per ciascuna il dono della fedeltà e la grazia di nuove vocazioni nello stile di S. Giovanni Bosco e di S. Maria Mazzarello.
L’Ispettrice
Suor Rosa Cândida da Lage Gomes
9 luglio 2019
8 luglio 2019
La missione è...
"La missione si basa sulla preghiera; che è itinerante: non è ferma, è itinerante; che richiede distacco e povertà; che porta pace e guarigione, segni della vicinanza del Regno di Dio; che non è proselitismo ma annuncio e testimonianza; e che richiede anche la franchezza e la libertà evangelica di andarsene evidenziando la responsabilità di aver respinto il messaggio della salvezza, ma senza condanne e maledizioni". (Papa Francesco, Angelus - 7/7/2019)
4 luglio 2019
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