30 settembre 2017
28 settembre 2017
27 settembre 2017
26 settembre 2017
Suor Martina SPANDRI
Carissime sorelle, prima della mezzanotte del giorno 22 settembre 2017, il Signore ha chiamato a sé, dalla casa di Contra di Missaglia, la nostra cara Suor Martina SPANDRI. Nata a Cortenova (Lecco) il 9 novembre 1924. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1950. Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” - Italia.
Suor Martina nacque a Bindo, una frazione di Cortenova, comune posto nel cuore della Valsassina sulle pendici della Grigna. In questa valle ricca di bellezze, trascorse la sua infanzia e adolescenza. Non si hanno notizie particolari del tempo in cui visse a Bindo, se non che crebbe in una famiglia numerosa, cinque sorelle e due fratelli, di solidi principi morali e religiosi e nella quale il lavoro educava al sacrificio e al dono di sé.
Cominciò, ancora ragazza, a lavorare come operaia in uno stabilimento di Lecco, ma molto presto avvertì la voce di Dio che, nel silenzio della sua laboriosa vita, le additava aspirazioni più alte delle sue montagne che ogni giorno contemplava nella loro bellezza e asperità. Il desiderio di donarsi al Signore come missionaria fu alimentato dalla lettura del Bollettino Salesiano che una cugina, FMA, le faceva pervenire mensilmente e in seguito la guidò a riflettere sulla scelta dell’Istituto. Il 3 agosto 1947 Martina entrò come aspirante ad Arignano (Torino). In quel tempo era cappellano dell’Aspirantato don Eugenio Valentini, fondatore del Pontificio Ateneo Salesiano, il quale aiutò le giovani a un cammino di discernimento portandole a rileggere la loro vita e a confrontarsi con il progetto di Dio.
Il 5 agosto 1948, Martina passò nel noviziato di Casanova dove iniziò un itinerario di sequela del Signore per fare di Cristo il centro della propria vita. In questo clima di serenità, di lavoro e di preghiera maturò il desiderio di essere missionaria ad gentes. Nel 1950 fece la prima professione religiosa, quindi passò nella casa “Madre Mazzarello” di Torino per la preparazione missionaria. Destinata in Francia, nel 1951 raggiunse Carentan, un distretto della Manica nella regione della Normandia, dove si dedicò con generosità nei vari aiuti di cucina. Nel 1953 passò a Guînes, quindi a Caluire un comune della città di Lyon dove lavorò in lavanderia e guardaroba con impegno e dedizione.
Nel 1961, ad Andresy le venne affidato il compito di cuoca, mansione che svolse fino al 2008 nelle case di Lyon Fontanières, Paris “Providence”, Guînes, quindi a Morges e Veyrier nella Svizzera francese. Suor Giuseppina Puggioni, direttrice nella casa di Veyrier, così descrive suor Martina: «Ho condiviso con lei un pezzo di strada e la ricordo come una donna di preghiera, di tanto sacrificio, senza mai lamentarsi con nessuno. Carattere austero, ma sempre disponibile a quanto le veniva chiesto, era sincera con se stessa e con gli altri. Con i bambini della scuola e con i genitori che incontrava mentre attraversava il giardino, aveva tanta tenerezza, nelle parole e nei modi e, tutti volevano offrirle qualche cosa che le facesse piacere. Era molto schiva e non accettava niente per sé. La sua povertà era piuttosto francescana, vissuta in modo originale: non aveva mai bisogno di nulla, per lei andava bene tutto, pronta, come dicono le nostre Costituzioni, a preferire il bene delle altre al proprio».
Nel 2008 all’età di 84 anni, ormai stanca e sofferente, venne accolta nella casa di riposo di Contra di Missaglia. Nella notte del 22 settembre 2017 il Signore la chiamò improvvisamente donandole la beatitudine eterna dopo tante sofferenze.
Lasciò scritto: «Ringrazio il Signore per il bene che ho potuto fare, attraverso la preghiera e il lavoro, per la gioventù, le consorelle e per quanti ho potuto incontrare nella mia vita».
L’Ispettrice
Suor Maria Teresa Cocco
Suor Martina nacque a Bindo, una frazione di Cortenova, comune posto nel cuore della Valsassina sulle pendici della Grigna. In questa valle ricca di bellezze, trascorse la sua infanzia e adolescenza. Non si hanno notizie particolari del tempo in cui visse a Bindo, se non che crebbe in una famiglia numerosa, cinque sorelle e due fratelli, di solidi principi morali e religiosi e nella quale il lavoro educava al sacrificio e al dono di sé.
Cominciò, ancora ragazza, a lavorare come operaia in uno stabilimento di Lecco, ma molto presto avvertì la voce di Dio che, nel silenzio della sua laboriosa vita, le additava aspirazioni più alte delle sue montagne che ogni giorno contemplava nella loro bellezza e asperità. Il desiderio di donarsi al Signore come missionaria fu alimentato dalla lettura del Bollettino Salesiano che una cugina, FMA, le faceva pervenire mensilmente e in seguito la guidò a riflettere sulla scelta dell’Istituto. Il 3 agosto 1947 Martina entrò come aspirante ad Arignano (Torino). In quel tempo era cappellano dell’Aspirantato don Eugenio Valentini, fondatore del Pontificio Ateneo Salesiano, il quale aiutò le giovani a un cammino di discernimento portandole a rileggere la loro vita e a confrontarsi con il progetto di Dio.
Il 5 agosto 1948, Martina passò nel noviziato di Casanova dove iniziò un itinerario di sequela del Signore per fare di Cristo il centro della propria vita. In questo clima di serenità, di lavoro e di preghiera maturò il desiderio di essere missionaria ad gentes. Nel 1950 fece la prima professione religiosa, quindi passò nella casa “Madre Mazzarello” di Torino per la preparazione missionaria. Destinata in Francia, nel 1951 raggiunse Carentan, un distretto della Manica nella regione della Normandia, dove si dedicò con generosità nei vari aiuti di cucina. Nel 1953 passò a Guînes, quindi a Caluire un comune della città di Lyon dove lavorò in lavanderia e guardaroba con impegno e dedizione.
Nel 1961, ad Andresy le venne affidato il compito di cuoca, mansione che svolse fino al 2008 nelle case di Lyon Fontanières, Paris “Providence”, Guînes, quindi a Morges e Veyrier nella Svizzera francese. Suor Giuseppina Puggioni, direttrice nella casa di Veyrier, così descrive suor Martina: «Ho condiviso con lei un pezzo di strada e la ricordo come una donna di preghiera, di tanto sacrificio, senza mai lamentarsi con nessuno. Carattere austero, ma sempre disponibile a quanto le veniva chiesto, era sincera con se stessa e con gli altri. Con i bambini della scuola e con i genitori che incontrava mentre attraversava il giardino, aveva tanta tenerezza, nelle parole e nei modi e, tutti volevano offrirle qualche cosa che le facesse piacere. Era molto schiva e non accettava niente per sé. La sua povertà era piuttosto francescana, vissuta in modo originale: non aveva mai bisogno di nulla, per lei andava bene tutto, pronta, come dicono le nostre Costituzioni, a preferire il bene delle altre al proprio».
Nel 2008 all’età di 84 anni, ormai stanca e sofferente, venne accolta nella casa di riposo di Contra di Missaglia. Nella notte del 22 settembre 2017 il Signore la chiamò improvvisamente donandole la beatitudine eterna dopo tante sofferenze.
Lasciò scritto: «Ringrazio il Signore per il bene che ho potuto fare, attraverso la preghiera e il lavoro, per la gioventù, le consorelle e per quanti ho potuto incontrare nella mia vita».
L’Ispettrice
Suor Maria Teresa Cocco
21 settembre 2017
18 settembre 2017
17 settembre 2017
13 settembre 2017
Suor Teresa Gedda e le Neo-Missionarie della Spedizione Missionaria - 2017 (English)
Messaggio della Consigliera per le Missioni, Sr. Alaide Deretti, per il giorno 14 settembre 2017.
Suor Teresa Gedda e le Neo-Missionarie della Spedizione Missionaria - 2017 (Español)
Messaggio della Consigliera per le Missioni, Sr. Alaide Deretti, per il giorno 14 settembre 2017.
Suor Teresa Gedda e le Neo-Missionarie della Spedizione Missionaria - 2017 (Français)
Messaggio della Consigliera per le Missioni, Sr. Alaide Deretti, per il giorno 14 settembre 2017.
Suor Teresa Gedda e le Neo-Missionarie della Spedizione Missionaria - 2017 (Italiano)
Messaggio della Consigliera per le Misisoni, Sr. Alaide Deretti, per il 14 settembre 2017.
Suor Teresa Gedda e le Neo-Missionarie della Spedizione Missionaria - 2017 (Português)
Messaggio della Consigliera per le Missioni, Sr. Alaide Deretti, per il giorno 14 settembre 2017.
11 settembre 2017
10 settembre 2017
9 settembre 2017
8 settembre 2017
Una vita [missionaria] lunga e feconda: suor Giovanna Zacconi.
Carissime sorelle, il 2 settembre 2017 nella casa “S. Cuore” di Vöcklabruck (Austria)
all’età di 105 anni, il Signore ha
chiamato al premio eterno la nostra carissima Suor
Giovanna ZACCONI. Nata a Messina il 7 luglio 1912. Professa a Torre Bairo (Torino) il 6 agosto 1939. Appartenente all’Ispettoria Austria – Germania “S. Maria
D. Mazzarello”.
“Non voi avete
scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate
frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,16). La vita di suor Giovanna,
nel senso più reale della parola, si può definire una esperienza vissuta in
profonda unione con Dio che in lei ha portato molto frutto. Con “Madre Giovanna”, come era chiamata affettuosamente
dalle consorelle, si chiude un’era storica per l’Ispettoria Austria-Germania.
Suor Giovanna ha animato questa Ispettoria, che allora erano due, per ben 18
anni con la sua ricca personalità, senso di umanità e di fedeltà al carisma,
dando un’impronta forte alla formazione delle suore e allo sviluppo delle opere.
Secondogenita di sei figli, di cui tre morirono nell’infanzia,
Giovanna ricevette il Battesimo due giorni dopo la nascita. Il padre, impiegato
statale, per motivi di lavoro dovette più volte trasferirsi in diverse città
con non pochi disagi da parte dei familiari soprattutto per ciò che riguardava
lo studio dei figli, che dovevano cambiare scuola e ambiente. Il trasferimento
del padre a Vercelli nel 1930 segnò una svolta nella vita di Giovanna. La mamma
un giorno, mentre era dalla parrucchiera, venne a sapere da una giovane che le
FMA di Vercelli eseguivano con le ragazze uno spettacolo e così, incuriosita, vi
si recò con le figlie. Da quel momento l’oratorio divenne la vita di Giovanna.
Lei stessa costatò che le suore senza le oratoriane non potevano vivere, perciò
le accoglievano sempre con gioia. Il punto culmine che decise la sua entrata
nell’Istituto fu la canonizzazione di don Bosco a cui ebbe la gioia di
partecipare a Roma e del quale portò nel cuore il ricordo e l’entusiasmo per tutta
la vita. Il 7 dicembre 1936 a Vercelli Giovanna iniziò il cammino formativo. La
mamma in quell’occasione le rivelò di aver sognato anni prima, che don Bosco veniva
nella sua camera e se la portava via. Non fece dunque nessuna resistenza
davanti alla vocazione religiosa della figlia.
Nel gennaio 1937 iniziò il postulato a Vercelli mentre il
Noviziato lo visse a Torre Bairo dove emise la Professione. In seguito, fino ai
voti perpetui, si occupò dell’oratorio e dell’insegnamento della contabilità
nella scuola professionale di Vercelli. Presentata la domanda missionaria nel
1948, l’anno dopo fu destinata alla Germania e trascorse due anni a Monaco.
Imparata la lingua, dal 1951 fu assistente delle aspiranti e in seguito fu direttrice
della casa di Ingolstadt/Oberhaunstadt. L’allegria, la cordialità e la
comprensione fecero di suor Giovanna un esempio di salesianità, amata e
apprezzata dalle suore, dai confratelli salesiani e dalla gente che la
ricorderà come “l’italiana affascinante”.
Nel 1954, quando l’Ispettoria fu divisa, fu nominata
ispettrice in Germania dove restò per un sessennio. Nel 1960, in sostituzione
di madre Alba De Ambrosis, fu chiamata a guidare l’Ispettoria Austriaca e vi
restò 12 anni. Tra i suoi compiti ebbe anche la responsabilità di accompagnare
le FMA Slovacche, che a causa della situazione politica, si trovavano dietro la
cosiddetta “cortina di ferro” e in grande necessità. Tale compito richiedeva
tanta prudenza e saggezza e i contatti erano molto difficili. Solo nel 1963,
quando si aprirono i confini, suor Giovanna
per suggerimento della Madre, poté entrare e incontrare le nostre sorelle. Fino
al 1970 le visitò annualmente alimentando tra loro la comunione con il Centro
dell’Istituto. A chi le chiedeva se avesse avuto difficoltà nel suo servizio di
Ispettrice, rispose: ”Ho avuto valide
consigliere. A quei tempi le suore accettavano le correzioni. La mia più grande
preoccupazione è stata sempre quella di dedicare tempo sufficiente alle suore e
curare la loro formazione culturale e religiosa. Tra di noi c’era tanta unione!”.
Nel 1972, nella casa di Linz fu economa e a Stams fu
direttrice per un triennio. Nel 1975 fu membro della nuova casa di Vöcklabruck con
la grande scuola. Là fu vicaria ed economa e, quando nel 2005 si costituì la
comunità “S. Cuore” per le suore anziane, lei ne fece parte. Anche qui diede
tutta se stessa alle consorelle e, benché già centenaria, godeva nel contatto
con i bambini e le ragazze della scuola, ed era sempre presente alla vita della
comunità. Suor Giovanna scrisse: “Ringrazio
Dio e Maria Ausiliatrice per il grande dono della vocazione di FMA. Sono sempre
stata una FMA felice. Ogni giorno comprendo meglio la profondità e la bellezza
di questo dono, di cui non potrò ringraziare sufficientemente il buon Dio. Il
mio grazie va ai miei genitori e fratelli, alle superiore e consorelle, ma
anche ai confratelli salesiani, soprattutto ai miei confessori. Maria Ausiliatrice,
che mi ha chiamata e protetta fin qui, mi sia vicino nell’ultima ora e mi
conduca a Gesù”.
Cara Madre Giovanna, anche noi ti diciamo grazie di cuore:
tu eri e rimani per noi un dono del Cielo!
L’Ispettrice
suor
Maria Maul
7 settembre 2017
6 settembre 2017
5 settembre 2017
4 settembre 2017
3 settembre 2017
Dalla Patagonia
Carissimi,
Dopo il ritorno da Buenos Aires dove ho partecipato agli Esercizi Spirituali, ho tentato di… riorganizzare la seconda parte dell’anno scolastico.
Ci inoltriamo lentamente e pare quasi misteriosamente, in una primavera molto discreta a svegliarsi dal sonno. Per tre volte in questo inverno abbiamo visto la neve: gioia per i piccoli, ma problema grande per gli automobilisti! Infatti quando nevica tutto si trasforma in ghiaccio persistente e insidioso per molti giorni.
Ma questa volta non posso fare a meno di scrivere qualcosa di Sara.
Sara venne un sabato a Messa nel trailer. Come venne nessuno lo sa spiegare. Ragazzina dimessa e poveri vestiti sul suo corpicino smarrito… Alla fine della Messa, come sempre distribuimmo il pane e già in questo momento il suo viso manifestò contentezza. Non ci volle molto a capire che aveva bisogno di tenerezza, ma soprattutto di alimento… Il sabato successivo venne con le due sorelle: Giada un poco più grande di lei e Maria che pare abbia 5 anni. Delle tre fanciulle, la più disinvolta pare sia Sara e con molto spirito di intraprendenza. Lo dimostra il fatto che dopo un mese chiese di leggere alla Messa e le offrimmo il Salmo responsoriale… Sorpresa per tutte noi “addette al mestiere, ma non al mistero che si rivela in un cuore giovanile! Purtroppo in molte parti dell’Argentina si sta verificando un fatto increscioso: la sospensione del servizio educativo in moltissime zone con la ripercussione che ne deriva sia per le famiglie che per gli alunni che non frequentano la scuola… e questo purtroppo dà risultati preoccupanti… Ebbene Sara si mise a leggere con coraggio, ma con una difficoltà incredibile paragonabile ad una allieva della seconda elementare. Però arrivò alla fine… e tutti i fedeli attendevano con pazienza il momento del Ritornello salmodico!
C’è da sottolineare, che nonostante le ricchezza della fonte naturale del gas, le famiglie, povere sono sempre alle prese con problema economici e non. In una domenica che nell’oratorio giocammo con 44 ragazzini del Barrio, dopo aver distribuito la merenda, Sara si avvicina a Sr. Anna María e le dice “Per favore, hermanita, mi regala quella mezza bottiglia di acqua che è avanzata dalla merenda che la porto a casa… Sai che questa notte, con il freddo intenso si sono rotte le tubature dell’acqua e siamo in casa senza una goccia d’acqua. Speriamo che il problema si possa risolvere presto!…” Sempre fedele alla Messa, le nostre tre ragazzine, sono contente di arrivare a casa con la “Borsa del pane per la famiglia”. Vengono anche più ordinate nel vestito… è sicuro che qualche Santo sta provvedendo.
La cosa più interessante fu quando, sabato scorso celebrammo la festa della PATRONA DELLA BOLIVIA, la Virgen de URKUPIÑA. Una devozione che risale al 1400 quando la Vergine con il Bimbo Gesù apparvero a una pastorella giovanissima. E mentre la pastorella accudiva le pecore, la fanciulla si trastullava con il Bimbo Gesù giocando con Lui, mentre la Vergine parlava soavemente in lingua quechua, dialetto di Urkupiña. Questa devozione arricchisce lo spirito dei Boliviani che la vivono in modo religioso e folkloristico con preghiere, danze e feste che durano giornate intere. Quindi anche per i Boliviani che abitano nel Barrio San Benito l’occasione propizia per lodare la Vergine. I colori degli abiti, delle decorazioni nella Cappella (sempre in attesa di poter seguire i lavori) erano accompagnati da un vento freddo… Ci si rincuorava cantando, lodando e pregando con il medesimo ardore dei Boliviani. Alla fine della celebrazione Eucaristica e prima di iniziare la processione accompagnando la Vergine al Centro Sociale per l’omaggio floreale e le danze, la nostra Sara arriva con una domanda più grande di lei: “Ma senti Sr. Paola, la Madonna di Urkupiña, è la medesima Mamma di Gesù che preghiamo noi cristiani?” non mi sentii preoccupata davanti ad una simile domanda… e risposi con molto rispetto ad una domanda veramente importante per la ragazzina…
E per finire debbo dire che la peregrinazione di Maria Ausiliatrice e di San Benito nelle famiglie è un vero pellegrinaggio nella fede di un popolo semplice e fervoroso.
Grazie Maria Ausiliatrice, grazie San Benito... Solo aspettano che si costruisca la BENDITA IGLESIA per la gioia dei fedeli del barrio!
Alla prossima!
Con affetto sempre nuovo prego e vi abbraccio. E voi ricordatevi di pregare per la Patagonia e per i missionari e le missionarie che vogliono seminare speranza e amore nel cuore di tutti.
Sr. Paola feliz
2 settembre 2017
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