23 febbraio 2017

Suor Maria BRANDOLINI

Carissime sorelle, sabato 18 febbraio 2017, dalla Casa di Rosà (Vicenza), Maria Ausiliatrice ha ac-compagnato all’incontro con Cristo per essere da Lui trasfigurata, la nostra carissima Suor Maria BRANDOLINI. Nata a Ragogna (Udine) il 31 agosto 1923. Professa a Battaglia Terme (Padova) il 6 agosto 1953. Appartenente all’Ispettoria Triveneta “S. Maria Domenica Mazzarello” – Italia.
Prima di quattro figli, suor Maria è nata in una famiglia “di ottima condotta morale e religiosa”. Il papà, abile muratore, era impegnato a costruire, insieme alla mamma interamente dedita alla casa, un ambiente ricco di fede e di amore. Quando, a 27 anni, Maria lasciò i genitori e i fratelli per seguire Gesù nell’Istituto, il Parroco scrisse di lei: “È giovane seria, devota, di ottima moralità, rotta alla fatica, sottomessa. Dà, perciò, buona speranza di riuscita nella vita di sacrificio e di pietà richiesta dalla voca-zione religiosa”.
Accolta a Conegliano “Collegio Immacolata” il 1° novembre 1950, visse con impegno gli anni della prima formazione, frequentando anche la Scuola per Infermiere Volontarie a Conegliano e la Scuola di Medicina e Chirurgia Missionaria a Padova. Emessi i Voti, si rese subito disponibile a rag¬giungere To-rino per prepararsi a solcare l’oceano.
Così nel 1954 approdò a S. José di Costarica dove, con la tenacia propria dei friulani, si applicò nello studio per conseguire i titoli necessari all’insegnamento. Riandando a quegli anni, raccontava con commozione e un po’ di orgoglio di aver conosciuto la Beata Maria Romero, di aver ammirato la sua santità di vita e collaborato con lei nell’attività educativa. Trasferita in Guatemala, fu maestra nella scuola elementare a Quezaltenango e a S. Pedro. A Guatemala City lavorò come economa e guardaro-biera. Nel 1966 raggiunse El Salvador per continuare gli studi e offrire il servizio di infermiera nella casa di S. Tecla.
Anche se lontana fisicamente, seguiva con attenzione e affetto le vicende familiari: due dei suoi fratelli erano emigrati in Canada dove avevano formato una famiglia. I genitori, con l’unico figlio rimasto in casa, sentivano sempre più il peso degli acciacchi e dell’età. Di fronte a questa realtà, pur con grande sofferenza, giunse alla decisione di chiedere alle Superiore di tornare in Italia. Dopo tanto im¬pegno di inculturazione e di condivisione di vita nelle nazioni del Centro America in cui l’obbedienza l’aveva portata, possiamo intuire la fatica di lasciare il promettente campo di apostolato.
Rientrata nel Triveneto il 9 aprile 1969, rimase per un anno in famiglia ad assistere il papà. Alla sua morte, fu economa nella Comunità di S. Vito al Tagliamento, da dove poteva andare periodica¬mente ad aiutare la mamma. Di fronte all’evidente peggioramento della salute, la situazione le impose di re-starle accanto fino al 1978, quando la mamma raggiunse il caro papà in Cielo.
Pur mantenendo viva l’attenzione al fratello rimasto solo in casa e ai familiari in Canada, suor Maria si prestò come economa, infermiera, aiuto nel doposcuola e portinaia nelle Comunità di Conegliano “Madre Clelia”, Venezia “Maria Ausiliatrice”, Alberoni e Trieste. Anziana e malata, il 9 gennaio 2011 venne accompagnata a Rosà dove trascorse con fiducioso abbandono il suo ultimo tratto di cammino.
Semplice, intelligente, buona, faceta, animata da spirito di sacrificio e slancio apostolico, ha conti¬nuato a raggiungere tutti e tutto con la preghiera. Il Rosario che sgranava continuamente, era l’espressione di questo legame che niente poteva rompere. Affidava a Maria i suoi cari vicini e lontani, quanti aveva conosciuto e servito, in America e in Italia, unendo l’offerta dell’infermità.
In questo 140° anniversario della prima spedizione missionaria, ottenga all’Istituto sante voca¬zioni.

L’Ispettrice
Suor Palmira De Fortunati

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