23 febbraio 2012

Libertà per le minoranze non musulmane in Turchia. Il patriarca Bartolomeo I presenta un documento di 18 pagine alla Commissione parlamentare


ROMA – “Piena libertà per le minoranze non musulmane in Turchia”. È la richiesta che anima il documento di 18 pagine del patriarcato ecumenico consegnato, ieri mattina, personalmente dal patriarca Bartolomeo I al termine di un’audizione di circa un’ora con i membri della Commissione parlamentare che stanno revisionando la Costituzione turca.
Nonostante “per il momento, il documento non si possa diffondere perché allo studio della Commissione” alcune fonti del patriarcato ecumenico, secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana e dall'agenzia Sir,  si dichiarano comunque “soddisfatti” che, per la prima volta, il patriarca sia stato invitato dal parlamento di Ankara a presentare le sue proposte.
Ancora dal patriarcato è stato comunicato che: “La revisione costituzionale è in una fase iniziale” e la speranza è che si possa essere ancora convocati e soprattutto leggere la bozza prima che venga approvata.
“Per la prima volta nella storia della Repubblica - ha spiegato Bartolomeo I ai giornalisti all’uscita dell’audizione - le minoranze in Turchia hanno ricevuto invito formale ad esprimere le loro proposte sulla bozza della nuova costituzione”.
“Purtroppo – aggiunge - sono state compiute ingiustizie ai danni delle minoranze lì presenti, ma ora che sono state riconosciute, una nuova Turchia sta nascendo. Lasciamo questo incontro con speranza e siamo estremamente grati”.
Lo stesso sentimento di gratitudine viene espresso anche nel comunicato ufficiale diffuso dal Patriarcato in cui si afferma che durante l’audizione il patriarca ha potuto parlare dei “problemi” delle minoranze religiose in Turchia chiedendo quindi il rispetto “dei diritti umani, e soprattutto la libertà di religione, di coscienza e di istruzione”.
Nel documento di 18 pagine, si sottolinea l’esigenza che le minoranze vengano riconosciute “come cittadini a pieno titolo del Paese” al fine di superare “le discriminazioni e le ingiustizie del passato”.
Tra le richieste contenute del documento del patriarcato, spicca inoltre la riapertura della Scuola teologica di Halki, la principale scuola di teologia del patriarcato ecumenico di Costantinopoli fino alla sua chiusura nel 1971 per ordine delle autorità turche.
Numerosi studiosi ortodossi, teologi, preti e vescovi nonché molti patriarchi hanno studiato nella suddetta scuola di Halki, compresi lo stesso patriarca Bartolomeo e i suoi predecessori: i patriarchi Demetrius, Athenagoras, and Maximus V.
Infine va segnalata la presenza, tra i membri della delegazione che ha accompagnato il patriarca, del professor Emre Öktem, docente di diritto, il quale ha suggerito che la nuova costituzione faccia riferimento al Trattato di Losanna del 24 luglio 1923, in cui sono state definite le relazioni dello Stato turco con le religioni non musulmane e vengono garantiti i diritti delle comunità cristiane nel paese.

Fonte: www.zenit.org



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