Nata a Valdagno (Vicenza) il 19 dicembre 1935
Professa a Contra di Missaglia (Como) il 6 agosto 1959
Appartenente all’Ispettoria Ecuadoriana
“Sacro Cuore” - Quito
I primi anni dell’infanzia
di Elisa – come era chiamata - furono segnati dalla testimonianza di vita
cristiana dei suoi genitori, Giovanni e Maria. La sua vocazione alla vita
religiosa nacque grazie agli insegnamenti e la cura di sua madre che ogni
giorno motivava i figli a partecipare con fervore all’Eucaristia e ripeteva
costantemente: "Una mano a Gesù e
l'altra a Maria". Nell'oratorio, a contatto con le Figlie di Maria
Ausiliatrice, la sua vocazione si fece chiara e maturò fino a prendere la
decisione di essere religiosa. Nonostante le resistenze della famiglia, sentiva sempre più forte l'invito
di Dio a lasciare tutto e a seguirlo.
Entrò in Aspirantato a Triuggio,
in Lombardia, nel 1955. Di questo periodo ricordava la visita di monsignor
Domenico Comín, missionario salesiano, che, con tanto entusiasmo, parlò della
necessità della presenza salesiana nell'Amazzonia ecuatoriana. Questo appello,
lasciò in Elisa tracce profonde e l'aiutò a scoprire la sua vocazione di
missionaria ad gentes. Visse il Postulato a Milano e nell'agosto del 1957 cominciò
il Noviziato a Contra di Missaglia. Emessa la prima Professione il 6 agosto
1959, fu inviata a Torino nella Casa “Madre Mazzarello” dove studiò e si
preparò alla missione. Il 23 ottobre 1960 arrivò in Ecuador, con appena due
anni di esperienza come Figlia di Maria Ausiliatrice.
Il suo ideale era lavorare con il
popolo Shuar, ma madre Melchiorina Biancardi, allora Consigliera generale Visitatrice,
le disse che la migliore missione è l'obbedienza. Di fatto, lavorò con
dedizione e responsabilità in varie case dell’Ispettoria. I primi due anni rimase
a Quito Cumbayá come assistente delle novizie. Dopo un anno a Quito “María
Auxiliadora” come studente e assistente, nel 1963 ritornò nella comunità del Noviziato
ancora come assistente per un anno. Dal 1964 al 1966 fu insegnante di
Matematica e Fisica nella comunità “María Ausiliatrice” di Riobamba, missione
che, dal 1966 al 1970, continuò nella comunità “María Ausiliatrice” di
Guayaquil. Dal 1970 al 1980 fu Maestra delle Novizie a Quito Cumbayá. Svolse poi
il servizio di animatrice nelle comunità di “San Juan Pablo II” di Guaranda (1981-‘85),
Riobamba “María Auxiliadora”(1983-‘85) e Quito “Sr. Teresa Valsé” (1985-‘91.
Nel 1991 rientrò in Italia per
prendersi cura della mamma ammalata. Dopo il ritorno in Ecuador nel 1993, fu inviata
ad Amaguaña “Laura Vicuña”, dove prestò servizio come educatrice delle ragazze
a rischio fino al 2007, anno in cui venne nominata animatrice della comunità
“María Auxiliadora” di Guasmo Guayaquil. Dal 2014 al 2020 fu assistente nella
comunità “Sagrado Corazón de María” di Cuenca. Dal 7 agosto 2020 faceva parte
della comunità “Beata María Troncatti”" di Quito Cumbayá dove, nonostante
l'età e la sempre più precaria situazione di salute, ha continuato ad esprimere
ottimismo e vivacità.
Nel corso della sua vita come FMA,
suor Elisa si è distinta per la capacità di promuovere esperienze comunitarie
caratterizzate da una comunicazione positiva, gioiosa e costruttiva, con ideali
chiari e alla luce del Vangelo. Diceva che le migliori esperienze della sua
vita le aveva vissute con i poveri, gli indigeni e le ragazze e adolescenti a
rischio, con le quali sentiva di realizzare pienamente la sua vocazione
missionaria salesiana. Durante tutta la sua vita ha potuto godere dell'accompagnamento
spirituale delle Superiore e dei Confratelli Salesiani. La chiave della sua spiritualità
era fare tutto il possibile per vivere nei suoi due grandi amori: Gesù
Eucaristia e Maria Ausiliatrice. Comunicava quotidianamente con loro attraverso
giaculatorie e dedicando vari momenti della giornata alla preghiera e alla
contemplazione in cappella.
Le consorelle che hanno vissuto
con lei affermano che è sempre stata una religiosa dedita alla missione che
l'Istituto le aveva affidato, abbandonata alla divina Provvidenza che non le ha
mai fatto mancare nulla. Era molto esigente con se stessa e con gli altri,
retta, buona e semplice, allegra ed entusiasta, discreta e prudente, materna e
rispettosa, entusiasta di trasmettere, soprattutto alle novizie, lo spirito di
don Bosco e madre Mazzarello. Donna di silenzio, di preghiera e di fervore, era
convinta che la sua forza veniva solo da Gesù. Una sua novizia ricorda che suor
Elisa aveva una grande devozione a san Giuseppe che considerava patrono della
vita spirituale, e al quale ripeteva costantemente questa preghiera: «San Giuseppe, modello di vita interiore,
insegnaci a pregare, a lavorare, soffrire e tacere”. Con questo
incoraggiava le novizie ad essere donne laboriose, di preghiera e sacrificio.
Cara suor Elisa, grazie per la
tua fedeltà alla chiamata di Dio, per la tua dedizione alle consorelle, alle
ragazze e a tanti poveri incontrati nei 62 anni di vita religiosa salesiana. Grazie
per la tua dedizione missionaria nella nostra Ispettoria che hai amato, nella
salute e nella malattia. Ringraziamo Dio per tutto quello che ci ha donato
attraverso di te. Ora, che già godi la vita in pienezza insieme a Gesù e a Maria
Ausiliatrice, ottienici la grazia della fedeltà gioiosa e numerose vocazioni
per l’Ispettoria e per l'Istituto.
Suor Cruz María Piña
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