Carissime sorelle,
il mattino del 27 agosto 2021, memoria di Santa Monica, dalla Casa “Santa Teresinha” di São Paulo (Brasile), il Signore ha chiamato a Sé, la nostra carissima
Suor Giuseppina Maria RONCHI.
Nata a Concesio (Brescia) il 30 marzo 1930
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1955
Appartenente all’Ispettora Brasiliana “N. S. Aparecida” – São Paulo
Suor Giuseppina era la quarta figlia di Nassini Rina e Alessandro Ronchi. Conobbe e imparò ad amare don Bosco dal nonno materno e dalla mamma che leggevano assiduamente le Letture Cattoliche pubblicate dal santo. Raccontava che un giorno, quando era ancora molto piccola e frequentava l'asilo in una scuola gestita da religiose, mentre era in fila dietro una suora, alzò la testa, la guardò e pensò: «Quando sarò grande voglio diventare suora. Ma per ora non lo dico a nessuno, perché potrebbero prendermi in giro, farmi degli scherzi, dirmi: “Sei così cattiva che vuoi diventare suora”?».
Diventata adolescente, iniziò a lavorare come contabile nell'impresa di costruzioni del papà, lavoro che svolse fino all’ultimo giorno in cui rimase in famiglia. Mentre partecipava alle attività parrocchiali, all'apostolato dell'Azione Cattolica e, durante le vacanze, assisteva i bambini sia in spiaggia che in montagna, continuava a sognare di essere religiosa e missionaria. Finalmente, all'età di 21 anni, rivelò il suo desiderio di diventare FMA alla mamma che le chiese con gioia: "Quelle di don Bosco?".
La sua partenza dalla famiglia fu motivo di molta sofferenza per lei e per i genitori, in particolare per il papà, il quale tuttavia non si oppose alla sua decisione; la accompagnò alla stazione ferroviaria quando partì per Torino e fu presente alla sua Vestizione all’entrata in Noviziato. Purtroppo non ebbe la gioia di vederla emettere i voti: morì sei mesi prima della sua professione che lei emise a Casanova il 5 agosto 1955.
La sua prima comunità fu la Casa Generalizia, allora a Torino. E lì frequentò il corso per infermiera nella Scuola Professionale per Religiose Infermiere. Il 7 ottobre 1957 lasciò l’Italia per andare in missione in Brasile dove fu a lungo infermiera. In questa sua “seconda patria” lavorò dapprima a Recife Várzea nella “Casa da Criança” e poi nel Collegio “Juvenal de Carvalho” a Fortaleza (1958-1964), dove emise i voti perpetui il 5 agosto 1961. Nel 1965 passò al Collegio “Santa Inês” a São Paulo; nella “Santa Casa de Misericórdia” a Guaratinguetá; nell'Ospedale “Presidente Vargas” a Piquete; nella Casa “Maria Auxiliadora” e nell’Istituto “Santa Teresa” a Lorena; nell’Istituto “Nossa Senhora Auxiliadora” a Belenzinho e nella Casa “Santa Teresinha” a San Paolo. Nelle comunità in cui ha vissuto, oltre all’attività pastorale, lavorò come infermiera e dal 1982 come bibliotecaria. Quell’anno si era infatti diplomata in Biblioteconomia presso la Facoltà Integrata “Teresa D'Avila” di Lorena.
Suor Giuseppina era una persona entusiasta, generosa, simpatica. Aveva un grande amore per Gesù nel Santissimo Sacramento e per i nostri Fondatori. Nutriva anche una sentita devozione al Sacro Cuore di Gesù e a Maria che esprimeva con la preghiera del Rosario. Confidava: «Il Rosario è sempre stato per me un gioioso incontro d'amore quotidiano con Maria». Era una Figlia di Maria Ausiliatrice cordiale e decisa, con una personalità dinamica. Aveva un cuore aperto ed entusiasta per le cose di Dio e del nostro Istituto. Era una donna felice e aveva molta fede, caratteristiche che si irradiavano nel suo modo di essere, nelle sue parole e nei suoi sguardi. Il medico che l'ha accompagnata durante tutto questo tempo, ha affermato che era una persona straordinaria: non si lamentava mai, per nessun motivo. E la sua attuale animatrice di comunità lo conferma dicendo che era sempre allegra e non si lamentava delle sue condizioni di salute.
Più volte aveva espresso alle Superiore il desiderio di morire per incontrare il “suo Amato” aggiungendo, con grande gioia, che era preparata alla morte. Ha chiesto di non essere portata in ospedale, perché voleva morire in casa. E così è stato: è morta pochi minuti prima che arrivasse l'ambulanza. Negli ultimi giorni aveva fatto ordine in tutte le sue cose e aveva dato alla direttrice alcuni documenti e indirizzi di membri della sua famiglia. Sembrava che avesse preso un appuntamento con il Signore!
Durante l'ultima visita ispettoriale avvenuta quest'anno, aveva registrato per l’Ispettrice la preghiera che recitava quotidianamente: «Spirito Santo di eterno amore, vieni a noi con il tuo ardore, vieni ad infiammare i nostri cuori, Spirito di eterno amore». Suor Giuseppina interceda ora presso Dio per noi e per ottenere generose vocazioni missionarie.
Diventata adolescente, iniziò a lavorare come contabile nell'impresa di costruzioni del papà, lavoro che svolse fino all’ultimo giorno in cui rimase in famiglia. Mentre partecipava alle attività parrocchiali, all'apostolato dell'Azione Cattolica e, durante le vacanze, assisteva i bambini sia in spiaggia che in montagna, continuava a sognare di essere religiosa e missionaria. Finalmente, all'età di 21 anni, rivelò il suo desiderio di diventare FMA alla mamma che le chiese con gioia: "Quelle di don Bosco?".
La sua partenza dalla famiglia fu motivo di molta sofferenza per lei e per i genitori, in particolare per il papà, il quale tuttavia non si oppose alla sua decisione; la accompagnò alla stazione ferroviaria quando partì per Torino e fu presente alla sua Vestizione all’entrata in Noviziato. Purtroppo non ebbe la gioia di vederla emettere i voti: morì sei mesi prima della sua professione che lei emise a Casanova il 5 agosto 1955.
La sua prima comunità fu la Casa Generalizia, allora a Torino. E lì frequentò il corso per infermiera nella Scuola Professionale per Religiose Infermiere. Il 7 ottobre 1957 lasciò l’Italia per andare in missione in Brasile dove fu a lungo infermiera. In questa sua “seconda patria” lavorò dapprima a Recife Várzea nella “Casa da Criança” e poi nel Collegio “Juvenal de Carvalho” a Fortaleza (1958-1964), dove emise i voti perpetui il 5 agosto 1961. Nel 1965 passò al Collegio “Santa Inês” a São Paulo; nella “Santa Casa de Misericórdia” a Guaratinguetá; nell'Ospedale “Presidente Vargas” a Piquete; nella Casa “Maria Auxiliadora” e nell’Istituto “Santa Teresa” a Lorena; nell’Istituto “Nossa Senhora Auxiliadora” a Belenzinho e nella Casa “Santa Teresinha” a San Paolo. Nelle comunità in cui ha vissuto, oltre all’attività pastorale, lavorò come infermiera e dal 1982 come bibliotecaria. Quell’anno si era infatti diplomata in Biblioteconomia presso la Facoltà Integrata “Teresa D'Avila” di Lorena.
Suor Giuseppina era una persona entusiasta, generosa, simpatica. Aveva un grande amore per Gesù nel Santissimo Sacramento e per i nostri Fondatori. Nutriva anche una sentita devozione al Sacro Cuore di Gesù e a Maria che esprimeva con la preghiera del Rosario. Confidava: «Il Rosario è sempre stato per me un gioioso incontro d'amore quotidiano con Maria». Era una Figlia di Maria Ausiliatrice cordiale e decisa, con una personalità dinamica. Aveva un cuore aperto ed entusiasta per le cose di Dio e del nostro Istituto. Era una donna felice e aveva molta fede, caratteristiche che si irradiavano nel suo modo di essere, nelle sue parole e nei suoi sguardi. Il medico che l'ha accompagnata durante tutto questo tempo, ha affermato che era una persona straordinaria: non si lamentava mai, per nessun motivo. E la sua attuale animatrice di comunità lo conferma dicendo che era sempre allegra e non si lamentava delle sue condizioni di salute.
Più volte aveva espresso alle Superiore il desiderio di morire per incontrare il “suo Amato” aggiungendo, con grande gioia, che era preparata alla morte. Ha chiesto di non essere portata in ospedale, perché voleva morire in casa. E così è stato: è morta pochi minuti prima che arrivasse l'ambulanza. Negli ultimi giorni aveva fatto ordine in tutte le sue cose e aveva dato alla direttrice alcuni documenti e indirizzi di membri della sua famiglia. Sembrava che avesse preso un appuntamento con il Signore!
Durante l'ultima visita ispettoriale avvenuta quest'anno, aveva registrato per l’Ispettrice la preghiera che recitava quotidianamente: «Spirito Santo di eterno amore, vieni a noi con il tuo ardore, vieni ad infiammare i nostri cuori, Spirito di eterno amore». Suor Giuseppina interceda ora presso Dio per noi e per ottenere generose vocazioni missionarie.
L’Ispettrice
Suor Nilza Fátima de Moraes
Suor Nilza Fátima de Moraes
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