17 novembre 2020

Suor Nicolina VIANO

Carissime sorelle, l’11 novembre 2020, dalla casa “San Giuseppe” di Torino, è stata chiamata all’incontro con il Signore della Vita la nostra carissima Suor Nicolina VIANO.

Nata a Torino il 28 maggio 1926
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1948 
Appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” - Italia 

“Non so se devo dire che sono torinese o indiana, perché a Torino sono nata, ma mezzo secolo di vita indiana reclama anche i suoi diritti!”. Così si presentava suor Nicolina in un suo scritto autobiografico, che si dovrebbe leggere in maniera integrale per sentire il suo ardore missionario e la sua vitalità giovanile anche negli ultimi anni di vita. Riconosceva di aver ricevuto in dono «una bella famiglia cristiana”. “Soprattutto papà era un uomo dalla fede granitica e di grande carità. Era stato, infatti, l’iniziatore della Conferenza di san Vincenzo nella parrocchia e metteva a disposizione la nostra casa per le riunioni». Da lui Nicolina, fin da giovane, ha ereditato l’attenzione concreta ai poveri. Durante la seconda guerra mondiale, nella sua prima giovinezza, di giorno lavorava come impiegata in una ditta e di notte andava nelle cascine intorno per comprare un po’ di viveri per la sua famiglia, composta dai genitori e quattro figli, di cui lei era la maggiore. 

Raccontava: «La domenica frequentavo l’oratorio delle FMA all’ombra della Basilica, con un folto gruppo di carissime amiche». Qui incontrò altre persone che coltivarono il buon seme gettato nel suo cuore dalla famiglia: Madre Melchiorrina Biancardi, suor Matilde Mattalìa, il confessore salesiano Don Giorgio Serié, suor Adele Reynaud che era stata missionaria in Giappone. «Com’era possibile non prender fuoco con tutti quei messaggi del Signore?». A 20 anni entrò in Postulato a Torino, fin dall’inizio con il desiderio di partire per la missione in India. Proseguì con il Noviziato a Casanova, dove emise la prima professione. 

Inserita nella Casa generalizia di Torino “Maria Ausiliatrice” dal 1948 al 1951, frequentò i corsi di studio per conseguire il Diploma di abilitazione all’insegnamento nelle scuole del Grado Preparatorio e il diploma di Infermiera. «Nel 1950 la Madre generale mi propose di andare missionaria in India e la mia felicità salì alle stelle». Ottenne il consenso del papà, ma non altrettanto convinto quello della mamma che, dopo aver perso l’aiuto principale della famiglia, ora faticava ad accettarne la lontananza. «E così, pur sentendo molto profondamente il distacco dai miei cari, partii. Avevo 24 anni e, dopo un mese di navigazione, giunsi con altre giovani consorelle a Bombay; di lì, in treno, arrivammo a Madras, e finalmente a Pallikonda, un povero villaggio non lontano. Mi trovavo nel Tamil Nadu, lo Stato più meridionale dell’India, dove, nel 1921, erano giunte le prime FMA, chiamate dai Salesiani già inculturati da molti anni». 

Per oltre 50 anni, dal 1951 al 2003, suor Nicolina si immerse tra i suoi poveri e lavorò senza risparmio in un campo totalmente da dissodare, in situazioni di grande povertà e sperimentando con evidenza la Provvidenza di Dio, incarnata negli aiuti di tanti amici e volontari, ora dall’Italia, ora dall’India e dal mondo. In una serie di trasferimenti e destinazioni diverse (Pallikonda, Polur, Arni, Madras, Vyasarpadi, Bangalore, Nashik, Bombay Wadala, Ahmednagar, Pune, Keshnand), si prese cura degli ammalati nei dispensari, nei villaggi e nei lebbrosari. Fondò e diresse case, internati, orfanatrofi, scuole di avanguardia, pensionati per operaie, un noviziato. Il suo spirito imprenditoriale, le sue abilità, la sua fede nella Provvidenza e la preghiera, le guadagnavano gli aiuti necessari per andare incontro alle necessità della povera gente. Prese a cuore la condizione femminile indiana e cercò di aiutare soprattutto le donne, istruendole e insegnando loro un lavoro. 

Nel 2003 ritornò a Torino, «abbandonando la vita in trincea ed altre sorelle che insieme ai laici portano avanti le numerose opere dell’India. Ma, pur con qualche rattoppo nel cuore, sono molto contenta di recarmi qualche volta al SERMIG, che fraternamente accoglie la mia presenza». Cosi scriveva dopo il ritorno in Italia. Dal 2003 al 2008, dalla casa di Torino Sassi, dove era inserita con altre sorelle anziane a riposo, e poi da Torino “Maria SS. Consolata” (2008- 2012), frequentava l’associazione del SERMIG in aiuto ai poveri «mentre mi passano davanti agli occhi, come in un film, centinaia di altri volti amati», scriveva. 

Negli ultimi anni (2012-2020) l’intrepida missionaria ha dovuto accogliere la povertà estrema, impressa nel suo fisico stanco, consumato nel servizio generoso, senza risparmio di energie. Ora toccava a lei accogliere dalle consorelle della comunità, dalle infermiere e dalle collaboratrici laiche, le attenzioni che aveva riservato ai poveri; e si dimostrava riconoscente. Finalmente adesso contempla il suo Gesù, incontrato tante volte nei poveri e adorato nelle veglie di preghiera. Ora riceve la consolazione per ogni distacco, il primo della giovinezza che l’ha portata lontana dai suoi familiari e l’ultimo del tramonto che l’ha privata della sua Terra di adozione. La ricordiamo con affetto nella preghiera e lei intercederà per nuove vocazioni fedeli e generose. 

L’Ispettrice
Suor Emma Bergandi

7 commenti:

  1. Sono Raffaela Montanino Fabris, l'autrice del libro: "Namasté", una biografia scritta per ricordare i cinquant'anni che Suor Nicolina ha trascorso missionaria in India. Una "donna senza anagrafe" come lei amava definirsi. Ci siamo conosciute al SERMIG dove entrambe facevamo volontariato. Durante la pausa caffè, ci siamo presentate, ed è stata subito simpatia fra noi. E lì che comincia a raccontarmi la sua esperienza in India. Era per me una storia molto affascinante e decisi di accettare il suo invito a scriverne le memorie. Ero curiosa di conoscere la vita di una Suora Missionaria in un paese così povero come l'India. Non doveva essere stato facile decidere di lasciare la sua famiglia nel 1951 e partire in treno fino a Trieste, poi su una nave cargo raggiungere l'India, un continente di cui non conosceva la lingua. Una donna determinata a seguire il suo progetto di aiuto ai poveri. Organizzando scuole, ospedali e insegnando alle donne un lavoro era convinta che potessero affrancarsi dall'estrema povertà. Amava dire:" chi sa lavorare non finirà mai su un marciapiede a stendere la mano". Era dalla parte delle donne, le vere eroine in India. Io volevo farla conoscere per quello che ha fatto, non solo come Suora Missionaria, ma anche come donna con la sua forza e le sue fragilità. Suor Nicolina non aveva paura di nessuno, neppure della lebbrosi ai quali andava a portare conforto amorevole. La sua è una bella storia ricca di curiosità e aneddoti; s'inventava ogni giorno cose nuove da fare, le
    progettava e le realizzava. Tanti sono i suoi meriti, non ultimo quello di avermi dato la possibilità di conoscerla a fondo. Grazie Suor Nick, sei stata per me un grande riferimento di vita.

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  2. Ho conosciuto suor Nicolina solo attraverso la biografia scritta da Raffaella Montanino Fabris, desidero esprimere tutta la mia ammirazione per una donna che, in tempi molto diversi dagli attuali, ha avuto il coraggio di abbandonare le certezze che aveva qui in Italia per seguire la sua missione. Ammirazione per le capacità che ha dimostrato nell'affrontare tutte le difficoltà che allora, forse più di ora ,si possono incontrare in un paese come l'India. Ammirazione per la sua fede nella Provvidenza che l'ha portata a fare scelte difficili, a non desistere pur di dare sollievo alle sue assistite. Ammirazione anche per come si è schierata in difesa e protezione delle donne, ben sapendo il valore di dare loro un'istruzione. Un interessante libro ricco di aneddoti significativi che mi ha permesso di conoscere una "Grande Donna forte di una Grande Fede". Buon viaggio suor Nicolina, proteggici e intercedi per noi.
    Giovanna

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  3. Anch'io ho conosciuto suor Nicolina attraverso Raffaella Montanino Fabris. L'impressione che ne ho ricevuto è quella di una donna meravigliosa. E credo che tanta meraviglia sia il prodotto della sua disponibilità totale.
    La sua passione e compassione rendono l'esperienza di suor Nicolina affascinante e realizzabile nonostante le obiettive difficoltà della sua scelta. Il tutto confortato da una profonda confidenza con Dio.
    Grazie suor Nicolina per il tuo esempio e grazie Lella per avermela fatta conoscere. Enrica

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  4. Io ho conosciuto suor Nik esclusivamente da Lella e solo dopo la sua recente morte. Me ne ha parlato con l'entusiasmo di chi ha avuto la fortuna di incontrare e conoscere una persona speciale quale Lei é stata.
    Penso che a me come a molti sia venuto automatico accostarla alla figura di Madre Teresa. Due donne eccezionali casualmente portate dalla Provvidenza ad un'unica destinazione , l'India : partite da Paesi e realtà diverse arrivate a compiere opere grandiose che andranno avanti dopo la loro morte e che aiuteranno ed hanno aiutato migliaia di persone.
    Una situazione che mai avrebbero potuto immaginare e che solo la completa fiducia nella Provvidenza ha permesso loro di iniziare e continuare per tutta la loro lunghissima vita.
    Ringrazio Lella per aver arricchito il mio presente inserendoci suor Nik, coetanea della mia Mamma morta ormai da 26 anni e nata come lei nella primavera del 1926 che ha ovviamente avuto una vita diversa ma la stessa apertura agli altri, chiunque fossero,e la stessa generosità verso chi aveva bisogno di aiuto materiale , affettivo , di amicizia .
    marina

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  5. Il racconto di Lella su suor Nicolina mi ha fatto venire in mente quanto detto una riflessione di Erri De Luca :
    “…Dire di essere padroni delle storie è come, per un contadino, dire di avere inventato il grano.
    Ecco, io mi sento solo un redattore di varianti. Varianti che mi stanno addosso, mi porto dietro e fanno parte della mia storia. Non invento personaggi, parlo di persone che ho conosciuto, assenti giustificati, come i morti, che per tutto il tempo della scrittura stanno di nuovo con me…”
    Grazie alla lettura del racconto di Lella, Suor Nicolina sta nuovamente con noi.
    Gianni

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  6. Riporto qui il commento del dott. Carlo Tosi che ha piacere sia pubblicato da voi. "Ringrazio suor Emma Bergandi.per questo bel ricordo di suor Nicolina. L'ho conosciuta come presidente dell'associazione Amici di Padre Mantovani,di Lugano che l'ha sostenuta nelle sue opere a partire dal suo incontro del 1971 a Chennai (allora Madras) con Bice Pagnamenta, fondatrice ed anima della nostra associazione. Raffaella Montanino Fabris, che conobbe suor Nick al SERMIG di Torino e ne divenne amica, raccolse nel 2012 il suo racconto di una vita in un bellissimo libro "Namasté, la mia India" . Vi si trovano le tappe di un lungo percorso attraverso vari stati dell'India fatto di lavori umili e di grandi realizzazioni, irto di ostacoli, ma arricchito dall'interagire di un'umanità profonda. Nel sottofondo una nostalgia mai sopita per la sua terra e la sua famiglia e la pena di non essere vicina ai famigliari nella malattia e nel lutto. Le sue realizzazioni sono state possibili solo per l'infinita pazienza e tenacia con cui seppe risolvere problemi di ogni tipo e non da ultimo ottenere da noi aiuti straordinari per portarli a termine. La visita al grande centro educativo di Ahmednagar, é uno dei ricordi indelebili della mia vita."

    dott. CarloTosi, Aranno (Svizzera-Ticino

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  7. Ancora un commento che il prof. Marco Masuelli vorrebbe venisse pubblicato per Suor Nicolina Viano. Qui lo riporto. Grazie.
    Ho conosciuto solo indirettamente suor Nicolina Viano attraverso la rappresentazione vivace e coinvolgente che ne ha fatto Raffaella Montanino Fabris nel suo libro Namasté – La mia India, in cui la storia straordinaria della religiosa salesiana viene efficacemente raccontata - come se parlasse la stessa protagonista - per gli oltre cinquant’anni del suo impegno in quella parte del mondo.
    Una storia straordinaria per la fedeltà totale e senza riserve nel servizio alle persone bisognose di aiuto, per la dedizione e la determinazione con cui ha svolto questo servizio, per la solare trasparenza della quotidiana testimonianza di vita.

    Dunque, anche una storia esemplare, che tanto più è persuasiva quanto più è stata ricca di iniziative grandi e importanti ma nel contempo anche di azioni minute e apparentemente insignificanti, eppure essenziali nella loro quotidiana ripetitività, dal cui intreccio scaturisce una vera, autentica, penetrante lezione di umanità.

    E così, mentre gli occhi corrono sulle parole del racconto nella lettura delle imprese grandi e piccole, delle avventure vissute, del tempo che si consuma nell’esclusivo servizio ai bisogni degli altri, la mente di chi legge non può sottrarsi ad un sentimento di ammirazione commossa nella partecipazione al cordoglio per la morte di suor Nicolina, che al tempo stesso, però, sollecita ad essere, ciascuno nel suo piccolo spazio e nel suo breve tempo, anche un po’ interpreti e testimoni di quella storia nei riguardi delle tante situazioni di bisogno che sono accanto a noi.
    Marco Masuelli

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