Carissime sorelle, il 25 settembre 2019 all’“Hospital da CASSEMS” di Campo Grande (Brasile), ha incontrato il Signore che l’ha chiamata a goderlo eternamente, la nostra cara Suor Margherita IORIO.
Nata a Marano (Napoli) il 25 ottobre 1925
Professa a Ottaviano (Napoli) il 6 agosto 1948
Appartenente all’Ispettoria Brasiliana “Immacolata Ausiliatrice” - Campo Grande
Suor Margherita nacque in una famiglia composta da otto figli. I genitori partecipavano alla vita parrocchiale con impegno e li educarono con una vita cristiana esemplare. Suor Margherita parlava della sua vocazione con entusiasmo e gioia contagiosa: «Sono nata con la vocazione alla vita religiosa salesia-na!. Le FMA mi hanno affascinato con il loro modo di pregare e di vivere. Spesso, da bambina, dicevo a mia madre: “Voglio essere una suora, tutta di Gesù”. E mia madre mi rispondeva: “Prima cresci e poi lo sarai”. Mio padre, d'altra parte, non accettava che mi facessi suora, perché ero la figlia maggiore e c’era bisogno che aiutassi la mamma nelle faccende domestiche e nella cura dei fratelli». La mamma era una donna semplice, pia e caritatevole, che spesso le chiedeva di accompagnarla nelle frequenti visite agli anziani, ai malati e ai poveri del luogo, portando una parola di conforto, medicine e cibo. Da qui è nata in Margherita il desiderio di essere infermiera.
A vent'anni entrò nell'Aspirantato di Napoli Vomero e il 31 gennaio 1946 fu ammessa al Postulato. Il 5 agosto dello stesso anno entrò nel Noviziato di Ottaviano (Napoli) e fece la prima professione il 6 agosto 1948. Fu inviata come infermiera e assistente a Napoli Pensionato e l’anno dopo nel 1949 venne trasferita a Torino nella Casa “Madre Mazzarello” dove si preparò alla missione e collaborò nella Scuola dell’infanzia. Il 29 agosto 1950 partì come missionaria per il Brasile. Arrivò a Belo Horizonte, nel Pensionato “Nostra Signora Ausiliatrice” e l’anno successivo passò al Collegio “Nostra Signora Ausiliatrice” di Rio de Janeiro come infermiera e assistente.
Dopo i voti perpetui, iniziò il suo lungo peregrinare nelle case di missione: Corumbá “Immacolata Concezione” (1956); Cuiabá “Sacro Cuore di Gesù” (1957-1967); Tupã “Maria Ausiliatrice” (1968); Lins “N. S. Ausiliatrice” (1969-1970). Nel 1970 conseguì a Rio de Janeiro il diploma di infermiera. Passò poi a Tupã “Maria Ausiliatrice” fino al 1973). Nel 1974 fu nominata direttrice nell’ospedale di Corumbá, servizio che continuò per un triennio a Rondonópolis “N. S. Aparecida”. Nel 1978 passò a Campo Grande “Maria Ausiliatrice” come infermiera e assistente. Dal 1994 al 2002 tornò ad essere animatrice nella comunità “Madre Mazzarello” di Campo Grande. Venne poi trasferita all’Istituto Missionario “San Giuseppe” e alla casa “Sacra Famiglia” della stessa città come vicaria e infermiera delle consorelle anziane e ammalate.
Nel 2008 tornò all’Istituto Missionario “San Giuseppe” con gli stessi compiti. Dal 2014 ebbe lei stessa bisogno di cure, prima a Três Lagos “Maria Ausiliatrice” e poi a all’Istituto “S. Giuseppe”.
Suor Margherita lasciò dovunque un segno della sua dedizione, dello spirito di sacrificio, della do-nazione incondizionata alle consorelle malate e a tutte le persone che avvicinava, specialmente i più poveri. Era instancabile nel cercare appuntamenti medici, cure e medicine per chi aveva bisogno. Molti la ricordano come la "Irmazinha” (Suorina) sempre con la sua borsetta, che sfrecciava per le strade di Campo Grande, alla ricerca di un po’ di sollievo per una sorella o un fratello. Era stimata dai medici che ebbero l'opportunità di apprezzarla per la sua competenza, per la tenacia e soprattutto per la pace e la bontà che irradiava con il suo spirito missionario. Non perse mai nessuna opportunità per donare una parola di conforto e di incoraggiamento a coloro che erano nella sofferenza, offrendo l'immagine dell'educatrice salesiana - infermiera totalmente dedita alla missione con grande amore. Negli ultimi anni (2014-2019) dovette scalare il Monte Tabor in un totale olocausto per la perdita del movimento e della parola e, soprattutto, per la silenziosa sofferenza di non poter ricevere l'Eucaristia. Aveva, infatti, lasciato scritto: «La Santissima Eucaristia è il mio unico rifugio, la forza per avanzare spiritualmente e affrontare le difficoltà ... E Maria Ausiliatrice è la mia cara tenera madre». A conclusione del suo "progetto di vita" si esprime così: «Signore, confido nella tua infinita misericordia; accoglimi tra le tue braccia al momento della mia morte».
Cara suor Margherita, grazie per la tua testimonianza di vita missionaria e per i 71 anni di consacrazione al Signore nell’Istituto. I tuoi 94 anni sono stati davvero fruttuosi! Intercedi ora per noi.
L’Ispettrice
Suor Maria Lúcia Barreto
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