Da missionari e
vescovi il racconto di come si vive il periodo verso la Pasqua dove i cattolici
sono minoranza
INDIA: «Penitenza e digiuno, come i fratelli musulmani e
indù»
Era il mercoledì delle Ceneri. Era
mezzogiorno e ci siamo seduti a pranzo in Swarga Dwar, un ashram con una comunità di ex-lebbrosi. Tra
di loro non c'era nessun cattolico e quindi non si poneva nessun problema di
astinenza e digiuno, ma nello staff c'erano alcuni cattolici. Seduti anche noi
a tavola, appena arrivati da un lungo viaggio di dodici ore, non ci siamo posti
il problema del digiuno, applicando tutte le possibili eccezioni (il viaggio,
l'età, il proposito di saltare il pasto serale...) ma subito notai che, seduta
al nostro tavolo, una signora indiana non aveva preso neppure il piatto.
Conoscendola da lungo tempo le chiesi: «Teresa, non mangi con noi?» «No - disse
-: oggi comincia la Quaresima e in questo periodo io mangio solo un pasto alla
sera. Così fanno anche le mie amiche musulmane durante il mese di Ramadan, e io
non voglio essere da meno di loro».
I cattolici indiani prendono molto sul serio la pratica della penitenza e del digiuno durante la Quaresima. Alcuni uomini si lasciano crescere la barba senza mai radersi. Alcune famiglie non mangiano mai carne, facilitate in questo dall'uso, molto comune in India, del vegetarianismo.
Sia nell'induismo come nell'islam, la pratica del digiuno è molto sentita e praticata. Molti indù digiunano un giorno la settimana. Gandhi un giorno la settimana rimaneva in silenzio completo: se aveva bisogno di comunicare o di rispondere lo faceva scrivendo un biglietto. I musulmani digiunano per raggiungere il controllo di se stessi. Digiunare durante il mese di Ramadan non è per espiazione o per far penitenza: è semplicemente un rito religioso con uno scopo positivo. Così è spiegato nel Corano: «O credente, il digiunare è prescritto per te come era stato prescritto a quelli prima di te, così che tu sappia sviluppare la comprensione di Dio» (Surat ul-Baqarah, 2:183).
Tra i cattolici è molto praticata la preghiera della Via Crucis. Anche noi in Swarga Dwar tutti i venerdì di Quaresima facciamo la Via Crucis lungo il viale che dalla cappella va ad una edicola con l'immagine della Madonna di Velankani. Allora le tre comunità che vivono in Swarga Dwar si uniscono: i lebbrosi in riabilitazione, le donne ammalate di AIDS e i bambini orfani o figli di lebbrosi. Le immagini delle stazioni sono appese agli alberi a fianco del viale. I lettori leggono al microfono e la processione si snoda lungo il viale.
In alcune parrocchie esiste ancora la tradizione, dal tempo della dominazione portoghese in Goa a Vasai, di rappresentare lungo le strade, nel giorno del Venerdì santo, la passione di Gesù con tanto di costumi romani e giudei».
Padre Carlo Torriani, missionario del PIME, Mumbai (India)
Fonte: http://www.missionline.org
I cattolici indiani prendono molto sul serio la pratica della penitenza e del digiuno durante la Quaresima. Alcuni uomini si lasciano crescere la barba senza mai radersi. Alcune famiglie non mangiano mai carne, facilitate in questo dall'uso, molto comune in India, del vegetarianismo.
Sia nell'induismo come nell'islam, la pratica del digiuno è molto sentita e praticata. Molti indù digiunano un giorno la settimana. Gandhi un giorno la settimana rimaneva in silenzio completo: se aveva bisogno di comunicare o di rispondere lo faceva scrivendo un biglietto. I musulmani digiunano per raggiungere il controllo di se stessi. Digiunare durante il mese di Ramadan non è per espiazione o per far penitenza: è semplicemente un rito religioso con uno scopo positivo. Così è spiegato nel Corano: «O credente, il digiunare è prescritto per te come era stato prescritto a quelli prima di te, così che tu sappia sviluppare la comprensione di Dio» (Surat ul-Baqarah, 2:183).
Tra i cattolici è molto praticata la preghiera della Via Crucis. Anche noi in Swarga Dwar tutti i venerdì di Quaresima facciamo la Via Crucis lungo il viale che dalla cappella va ad una edicola con l'immagine della Madonna di Velankani. Allora le tre comunità che vivono in Swarga Dwar si uniscono: i lebbrosi in riabilitazione, le donne ammalate di AIDS e i bambini orfani o figli di lebbrosi. Le immagini delle stazioni sono appese agli alberi a fianco del viale. I lettori leggono al microfono e la processione si snoda lungo il viale.
In alcune parrocchie esiste ancora la tradizione, dal tempo della dominazione portoghese in Goa a Vasai, di rappresentare lungo le strade, nel giorno del Venerdì santo, la passione di Gesù con tanto di costumi romani e giudei».
Padre Carlo Torriani, missionario del PIME, Mumbai (India)
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