29 novembre 2016

Suor Margherita MARCUZZO

Sr. Alaide Deretti con Sr. Margherita Marcuzzo quando della visita in Giappone (2012)

Carissime sorelle, sabato 19 novembre 2016, nella casa di cura “S. Giuseppe” di Tokyo, alla vigilia della solennità di Cristo Re, il Signore ha chiamato a sé la nostra sorella Suor Margherita MARCUZZO. Nata a Scomigo - Conegliano Veneto (Treviso) il 2 gennaio 1926. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1948. Appartenente all’Ispettoria Giapponese “Alma Mater”.
Margherita era la terzogenita tra cinque fratelli e sorelle, nati da genitori onesti e di fede profonda. Da loro ereditò una grande fiducia nella Madonna alla quale si rivolgeva con la giaculatoria “Madre mia, fiducia mia”. Sin da ragazza Margherita coltivò in cuore il desiderio di lavorare per il bene degli altri. Un giorno nella sua parrocchia incontrò le FMA e nel 1943, pur avendo già superato l’età, fu iscritta alla scuola media “Don Bosco” a Conegliano. Nel 1945 decise di entrare nell’aspirantato a Padova e il 31 gennaio 1946 fu ammessa al postulato.
In seguito, avendo manifestato il desiderio di essere missionaria, la Madre generale, madre Linda Lucotti, la inviò al noviziato internazionale di Casanova dove professò il 5 agosto 1948. Per circa due anni suor Margherita restò nella Casa “Madre Mazzarello” di Torino per prepararsi alla missione e intanto collaborava nelle attività comunitarie. Partì per il Giappone il 13 novembre 1949 e vi giunse nel gennaio 1950. Fino al 1952 fu nella casa “S. Cuore” di Beppu dove vi era sia la scuola che l’opera sociale. Lavorò poi per due anni a Oita prestando un servizio educativo tra i bambini, in gran parte orfani di guerra dell’opera sociale, e anche come sacrestana. Dal 1954 al 1974 nella comunità “Madre Mazzarello” di Beppu fu addetta ai lavori comunitari e si dedicò con amore ai numerosi neonati dell’opera sociale che la casa ospitava. Dal 1964 fu pure economa della stessa comunità. Furono anni molto ricchi per lei, perché poteva esprimere verso i bambini la sua bontà materna e questa lasciò un’impronta nel cuore degli orfanelli. Anche quando suor Margherita era già anziana, molti di quei “bambini” venivano a trovarla riconoscenti per quanto aveva fatto per loro.
Nel 1974 fu trasferita a Yamanaka dove svolse attività comunitarie e, per un periodo, fu anche economa. Nel 1976 passò alla casa ispettoriale “Maria Ausiliatrice” di Tokyo per un po’ di riposo, ma sempre dedita ai lavori comunitari e, durante l’estate, in aiuto per il bucato e la sacrestia nella casa degli esercizi spirituali di Yamanaka. Nel 1978 le venne chiesto di prestare il suo servizio nella casa “Mamma Margherita” di Chofu, addetta ai Salesiani. Dal 1981 al 1986 lavorò nel Noviziato di Chofu e, al tempo stesso, era in aiuto nella Casa di riposo. Anche qui suor Margherita si distinse per la bontà e la serenità. Le novizie di quel tempo ricordano le attenzioni delicate che aveva per ciascuna di loro. Si preoccupava che si nutrissero bene, che non sentissero troppa nostalgia e le incoraggiava con uno stile familiare e allegro.
Nel 1986, ritornò alla casa “Maria Ausiliatrice” di Tokyo, come incaricata della lavanderia e dopo quattro anni le venne chiesto di andare a lavorare nella casa di Kawasaki addetta ai Salesiani, dove restò fino al 1996. Qui come in tutti i luoghi in cui fu mandata, suor Margherita aveva soprattutto un’attenzione speciale per le persone. Gli aspiranti salesiani, ora sacerdoti, non dimenticano la sua bontà e la sua sollecita disponibilità all’aiuto. Il celebrante che presiedette il funerale era uno di questi e nell’omelia disse che era consapevole di aver perso una mamma! Suor Margherita era anche ricca di umorismo e molto semplice, di quella semplicità che poteva sembrare semplicismo, ma che era invece frutto di genuina umiltà.
Dal 1996 al 2014, ormai molto indebolita nella salute, soprattutto con problemi alle ginocchia, fu inviata alla casa di riposo “S. Giuseppe” di Chofu, dove continuò a rendersi utile in quello che poteva, ma soprattutto pregando molto. Era convinta che la sua missione era la preghiera perché così le suggerivano le superiore e così le aveva raccomandato don Vincenzo Cimatti, tanti anni fa, dicendole che il Giappone aveva bisogno soprattutto di persone di preghiera. Non essendo più in grado di camminare, nel 2014 venne accolta in una casa di cura per poter essere meglio seguita. A chiunque andava a trovarla parlava della Madonna. All’inizio di questo mese, soffrì per una grave crisi cardiaca che fece presagire che l’incontro con Dio fosse vicino. Il 19 novembre, in giorno di sabato, il Signore venne a prenderla. Maria, che aveva amato tanto, certamente l’ha introdotta alla vera Patria.
La raccomandiamo alle preghiere di tutto l’Istituto e invochiamo dal Signore vocazioni belle e felici come la sua.

L’Ispettrice
Suor Teresina Morishita Wakayo

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