9 novembre 2016

Mons. Galantino: il problema dell'intolleranza va "affrontato nel suo insieme"

Roma - “Le cronache recenti documentano la persistenza nelle nostre società di forme di intolleranza, xenofobia, razzismo che feriscono la dignità della persona e mortificano la convivenza civile: si tratta di manifestazioni di odio tanto violente quanto ingiustificabili”. A dirlo ieri pomeriggio monsignor Nunzio Galantino, nel corso di una audizione alla Camera dei deputati alla Commissione contro intolleranza e xenofobia. Per il presule il carattere “non episodico” di questi fenomeni – e talvolta “la non pronta e chiara riprovazione di essi – impone una seria riflessione e un comune impegno, finalizzati a elaborare proposte di prevenzione e contrasto efficaci a livello istituzionale, sociale e culturale. Il presule ha auspicato una riflessione “non limitata all’ambito nazionale”, ma che “deve aprirsi a una dimensione più ampia, con particolare attenzione all’orizzonte della Casa europea”. “Sottratta a letture e derive ideologiche”, secondo Mons. Galantino, tale riflessione può rappresentare, infatti, “un fertile terreno di incontro e di dialogo fra diverse forze politiche, fra credenti e non credenti, fra società civile e comunità ecclesiale”. Per il Segretario generale della CEI il problema dell’intolleranza va “affrontato nel suo insieme: là dove una minoranza qualsiasi è perseguitata ed emarginata a motivo delle sue convinzioni religiose o etniche, il bene di tutta una società è in pericolo e tutti dobbiamo sentirci coinvolti”, ha detto riprendendo le parole di Papa Francesco alla delegazione del “Simon Wiesenthal Center” del 24 ottobre 2013, in cui “ha fatto esplicito riferimento “alle sofferenze, all’emarginazione e alle autentiche persecuzioni che non pochi cristiani stanno subendo in diversi Paesi del mondo”. “Ne sono personalmente testimone, nelle molteplici missioni compiute a nome dei vescovi italiani in Medioriente, con particolare attenzione ai profughi iracheni e siriani, come a tante situazioni che feriscono la pace e la convivenza in Terrasanta”, ha aggiunto il Segretario generale della CEI: “Nel decennio in corso la Chiesa italiana ha assunto l’opera educativa come ambito prioritario di impegno, con l’attenzione a superare i confini parrocchiali e ad allacciare alleanze con le altre agenzie educative, cercando insieme di formare alla cittadinanza responsabile con, in particolare, l’impegno esplicito a superare ogni forma di intolleranza e di conflitto, come pure paure, pregiudizi e diffidenze, promuovendo la mutua conoscenza, il dialogo e la collaborazione”. Di qui le “numerose iniziative in essere, assunte con convinzione e continuità dalle comunità ecclesiali”, che “spaziano dalle proposte di percorsi di volontariato e di servizio civile in Italia e all’estero, all’accoglienza di decine di migliaia di immigrati, rifugiati, richiedenti asilo e vittime della tratta; di pari passo, vanno le centinaia di progetti sostenuti nel Sud del mondo e rivolti allo sviluppo integrale della persona”. Sul fronte dell’impegno culturale, Galantino ha citato “le iniziative di dialogo interreligioso con ebrei e musulmani, come il sostegno alla campagna per la riforma della legge di cittadinanza, così da riconoscerla alle centinaia di migliaia di bambini e ragazzi figli dell’immigrazione e nati o comunque cresciuti nel nostro Paese: per molti di loro gli oratori e le sale della comunità sono luoghi di incontro e di effettiva integrazione”. Senza contare la campagna di comunicazione “Anche le parole possono uccidere”, voluta “per superare ogni forma di intolleranza e aggressività”, e “l’attenzione per la promozione della dignità dei carcerati, a partire dall’impegno a rendere i luoghi di detenzione italiani degni di uno Stato di diritto”.


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