10 novembre 2016

Dalle Isole Salomone

Il Vescovo coi carcerati

Le ragazze alla danza liturgica

Madonnina

Ed eccomi di nuovo a voi per concludere l’anno insieme.
E da noi si chiude davvero tutto: anno sociale, scolastico e solare, a dicembre.
In questo periodo dell’anno le nostre ragazze sono in preparazione per gli esami finali, sia quelli di maturità (ne abbiamo ben 4 lungo il percorso della scuola superiore: in terza, in quinta in sesta e in settima!), che quelli di fine anno.
Le ragazze sentono già aria di vacanze (dicembre e gennaio sono le nostre vacanze estive), ma ci sono ancora tante attività che ci aspettano: è infatti il tempo di ricevere i Sacramenti della Prima Comunione e della Cresima nelle Parrocchie e si preparano le feste dei diplomi (è interessante, sapete, che qui tutti gli studenti che devono sostenere gli esami di maturità partecipano alla festa dei diplomi anche se non ci sono ancora i risultati finali e non sanno se saranno promossi o bocciati; è come un riconoscere che hanno completato il ciclo scolastico, nonostante il risultato finale!).
Il mese scorso invece abbiamo avuto una grande celebrazione: l’intronizzazione del nuovo Arcivescovo della nostra diocesi e le nostre ragazze hanno fatto parte del coro alla S. Messa solenne, contribuendo anche con le danze liturgiche (non è Messa solenne se non ci sono almeno quattro danze liturgiche; questa ne aveva cinque!). Nello stesso periodo abbiamo avuto gli anniversari di due congregazioni religiose operanti nella nostra diocesi, tre ordinazioni sacerdotali e una serata culturale.
Come vedete, non ci si annoia qui da noi! Tutti partecipano e contribuiscono con quello che possono ed hanno: cibo, musica, danze, fiori e decorazioni. Noi coinvolgiamo sempre volentieri le nostre ragazze, sia per farle partecipare più attivamente agli eventi sociali e culturali, sia per dare loro più confidenza in se stesse e nelle loro capacità.
In queste grandi occasioni, quelli che ci rimettono sono i fiori del nostro giardino: fa parte della tradizione adornare le feste coi fiori, porre sul capo e al collo dei festeggiati o degli ospiti ghirlande di fiori, decorarsi coi fiori....e così il giardino, in queste circostanze, viene letteralmente spogliato! Per fortuna abbiamo molte piante di frangipani e orchidee ed anche tanti cespugli di foglie colorate (infatti sono poche le foglie verdi nella natura tropicale, quasi tutte sono colorate e screziate, come dipinte dalla mano di un artista....e che Artista!). Nel clima tropicale, poi, piante e fiori sono rigogliosi tutto l’anno e nel giro di pochi giorni dalla festa ci ritroviamo con un’altra fioritura, più bella di prima!
Da settembre abbiamo una nuova ospite nel compound, con una casetta tutta sua. Abbiamo “accolto” la statua di Maria donataci da una Comunità di suore anziane dell’Italia. Il nostro ragazzo tuttofare le ha costruito una piccola casetta stile Solomonese e nella festa del Nome di Maria l’abbiamo intronizzata. Al mattino le ragazze, prima di andare a scuola, passano a salutarla. Alcune si avvicinano e le sussurrano qualcosa all’orecchio: chissà quanti segreti sente e si porta nel cuore! Per non parlare dei fiori che le mettono tra le braccia, ai piedi o nei piccoli recipienti di vetro che ho posto per le decorazioni ... ed ancora sono i fiori del nostro giardino ad “andare” ad onorare la Madonna. Anche le signore del corso di economia domestica passano a salutarla e a raccontarle tutte le loro pene. È diventata un dolce punto di riferimento per tutte noi; a volte la sera preghiamo il Santo Rosario con le ragazze davanti alla sua casetta, illuminata da una bella lampadina solare ed anche i nostri cani si accucciano e ascoltano.
Tornando alla festa per il nuovo Arcivescovo, è stato interessante vedere un gruppo di carcerati, con i loro secondini, venire ad omaggiare il nuovo pastore e prendere parte al programma.
A dire la verità, non è cosa nuova: è parte della riabilitazione far partecipare i detenuti agli eventi sociali. Anche alla festa dei diplomi della scuola Salesiana rurale sono sempre presenti. Infatti una delle carceri di Honiara è dislocata proprio a pochi metri dalla scuola. E’ il carcere dei condannati all’ergastolo, ma siccome sono pochissimi, ultimamente ne hanno aggiunti alcuni di corta pena. Ha un recinto di rete, niente filo spinato, ci sono degli spazi adibiti alla coltivazione personale degli ortaggi ed anche per attività sportive. A volte la domenica vari gruppi parrocchiali si alternano ad andare a trovare i reclusi e fare gare ludiche con loro e anche i bambini della catechesi vi partecipano. Gli studenti della scuola salesiana fanno tornei annuali con loro ed a volte i carcerati vengono alla scuola per le gare sportive. Quando partecipano alle attività o alle feste non ci sono manette, ne’ i secondini portano le armi: vanno tutti insieme e rientrano tutti insieme....e non ne manca mai uno!
Il carcere di Honiara, invece, è più restrittivo ed ha più l’aspetto di un carcere. Fino ad ora non mi è mai capitato di andare a visitare queste persone, ma mi dicono che non fa tanta paura entrare in questi luoghi, come si pensa di solito nell’immaginario collettivo. Ci sono anche gruppi di religiosi che vanno in visita ed hanno momenti di preghiera e condivisione della Parola coi detenuti e le riflessioni che questi uomini condividono sono sempre molto profonde, toccano il centro del significato della vita e della fragilità umana, ti lasciano con tanti punti di domanda e danno un altro aspetto al senso del giudicare.
Uno di loro ci diceva che durante la carcerazione si era reso conto degli errori fatti, di come aveva buttato via le tante opportunità che la vita gli stava offrendo e che, una volta scontata la pena, avrebbe fatto di tutto per non ricadere più in tali errori. E qui è possibile perché non ci sono forti pregiudizi riguardo gli ex-detenuti, anche perché non sono tanti e la tendenza culturale è di dare sempre una possibilità di reintegrarsi nel clan e nella vita sociale.
Così, piano piano ci avviciniamo alla fine del 2016, sperando che anche gli scarabei che si stanno mangiando le palme da cocco da qualche mese a questa parte si redimano e ci lascino godere i frutti dissetanti che tanto piacciono nel Pacifico.
A voi tutti auguro un’altrettanto gioiosa conclusione dell’anno, accogliendo i momenti di festa come quelli di lavoro e fatica con la stessa generosità e partecipazione, per rendere felici e rendersi felici, perché la vita è bella quando viene donata e vissuta a pieno, in tutti i suoi aspetti.
Buone feste e alla prossima.
Suor Anna Maria

Nessun commento:

Posta un commento