18 giugno 2014

Una storia dietro ogni numero



Il tema scelto dall’UNHCR per la celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2014 è: Una storia dietro ogni numero. Ogni storia merita di essere ascoltata. Ancora una volta l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite pone l’accento sul fatto che milioni di rifugiati e richiedenti asilo, in fuga da guerre e violenze, ogni giorno sono costretti a lasciare i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era parte della loro vita. 
Pertanto l’invito al pubblico è quello di non dimenticare mai che dietro ognuno di loro c’è una storia che merita di essere ascoltata. Storie di sofferenze, di umiliazioni ma anche storie di uomini e donne che vogliono ricostruire il proprio futuro. 

Viviamo in una società sempre più impaurita. Un clima di crescente insicurezza alimenta la paura del futuro, la paura del diverso, la paura dello straniero. In molti territori italiani persino l’accoglienza di numeri molto ridotti di rifugiati suscita allarme e proteste. È un clima culturale che colpisce chi cerca protezione, ma danneggia tutti i cittadini, perché si finisce per limitare la libertà di tutti in nome di una sicurezza solo illusoria e ci si preclude lo scambio e l’incontro con il diverso da cui ogni civiltà ha sempre tratto nutrimento e linfa vitale.
«Non abbiate paura!» dichiarò Giovanni Paolo II nel 1978, invitando ad aprire «i confini degli Stati, i sistemi economici e quelli politici, gli immensi campi della cultura, della civiltà e dello sviluppo». Oggi Papa Francesco ribadisce che «il mondo può migliorare soltanto se si è capaci di passare da una cultura dello scarto ad una cultura dell’incontro e dell’accoglienza». Se vuole tenere fede ai suoi valori fondanti, l’Europa oggi è chiamata ad aprire le sue porte a chi cerca asilo, considerando la concretezza delle situazioni e in particolare la difficoltà di chi si trova in zone di conflitto e non ha accesso effettivo alla protezione internazionale. Uno stato che difende i propri confini mettendo a rischio la vita di altri esseri umani non può offrire autentica sicurezza nemmeno ai suoi cittadini.
Ma anche nell’esperienza quotidiana tutti possiamo contribuire a un cambio di prospettiva, iniziando ad aprire le porte delle nostre case. Scopriremo che i rifugiati non sono un peso per le comunità in cui arrivano, ma persone che hanno molto da dare, a noi e alla nostra società. L’ospitalità non è solo un valore cristiano – comune alle grandi religioni del mondo – ma prima di tutto un valore umano, che riconosce che tutti abbiamo il diritto di essere accolti, non perché facciamo parte di una specifica famiglia, gruppo etnico o comunità religiosa, ma semplicemente perché siamo esseri umani che meritano accoglienza e rispetto.



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