Strasburgo,
Francia
Martedì, 25 novembre 2014
«Parlare della dignità trascendente dell'uomo, significa dunque fare
appello alla sua natura, alla sua innata capacità di distinguere il bene dal
male, a quella “bussola” inscritta nei nostri cuori e che Dio ha impresso
nell’universo creato; soprattutto significa guardare all'uomo non come a un
assoluto, ma come a un essere relazionale. Una
delle malattie che vedo più diffuse oggi in Europa è la solitudine,
propria di chi è privo di legami. La
si vede particolarmente negli anziani, spesso abbandonati al loro destino, come
pure nei giovani privi di punti di riferimento e di opportunità per il futuro;
la si vede nei numerosi poveri che popolano le nostre città; la si vede negli
occhi smarriti dei migranti che sono venuti qui in cerca di un futuro migliore.»
«È necessario affrontare insieme la questione migratoria. Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande
cimitero! Sui barconi che giungono quotidianamente sulle coste europee ci sono
uomini e donne che necessitano di accoglienza e di aiuto. L'assenza di un
sostegno reciproco all'interno dell'Unione Europea rischia di incentivare
soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità
umana degli immigrati, favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali.
L'Europa sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse
all'immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale
e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare
i diritti dei cittadini europei e garantire l'accoglienza dei migranti; se
saprà adottare politiche corrette, coraggiose e concrete che aiutino i loro
Paesi di origine nello sviluppo socio-politico e nel superamento dei conflitti
interni – causa principale di tale fenomeno – invece delle politiche di
interesse che aumentano e alimentano tali conflitti. È necessario agire sulle cause e non solo sugli
effetti.»
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