Sacrofano – È una Chiesa missionaria in cammino e in ascolto che – a
partire dalla base – aiuta se stessa a non sentirsi sotto assedio. È decentrata
e vive la periferia. È giovane. Ma è soprattutto una
Chiesa missionaria fatta di persone che hanno voglia di rimettere al centro del
discorso missionario Gesù e il vangelo. Una comunità che fa proprio l’invito
alla liberazione, rivolto dal teologo peruviano Gustavo Gutiérrez.
Questi i
messaggi emersi al termine della grande kermesse missionaria di
Sacrofano, il quarto ed ultimo giorno del Convegno missionario nazionale, al
quale hanno partecipato 880 delegati in sala, e oltre 100 da tutto il mondo -
tra missionari, volontari, laici e religiosi - collegati in rete sui social e
in diretta skype.
Un Convegno che
lascia traccia di sé fin dal suo epilogo e che, come auspica don Alberto
Brignoli, Ufficio della Cooperazione missionaria tra le Chiese, tra gli
organizzatori dell’evento insieme a Missio, avrà delle ripercussioni serie
nella vita quotidiana e verrà “tenuto in caldo” per portare altri frutti. Si
desidera una Chiesa in uscita che sappia stare, quando è necessario ascoltare,
e che sappia uscire quando è necessario mettersi a servizio delle periferie
umane. Un luogo di frontiera che sappia anche “denunciare” le tante povertà.
Nell’elencare
una serie di ‘suggestioni’ raccolte soprattutto nei laboratori, don Brignoli ha
detto: “Aiutiamoci ad essere meno burocrati, aiutiamoci a lasciarci raccontare;
aiutiamoci ad inviare missionari ad gentes!”. Inoltre l’invito è quello di
sentirsi “diocesi in rete”, di cambiare dialogo nella comunicazione e di usare
le nuove tecnologie mettendole a servizio della missione, come è stato fatto in
questi giorni. Insomma una Chiesa missionaria che si rinnova e che si nutre
direttamente alla fonte della Parola; che non cerca filtri e che non vuole
orpelli. Che desidera ricominciare a respirare “l’odore delle pecore” dai suoi
pastori e da se stessa.
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