Carissime sorelle, il 24 novembre 2018, dal “Camillian Hospital” di Bangkok (Thailandia), il Signore della vita ha chiamato alla gioia eterna la nostra carissima Suor Nadia FERRO.
Nata a Struppa (Genova) il 17 luglio 1932
Professa a Montoggio (Genova) il 6 agosto 1950
Appartenente all’Ispettoria Thailandese “S. M. Mazzarello”
Crediamo bene ascoltare la stessa suor Nadia nel racconto delle sue origini, come ci ha lasciato nelle brevi memorie da lei scritte. «Sono nata in una modesta famiglia, dopo mia sorella, anche lei FMA (morta il 13 gennaio 2017). Nella famiglia regnava un amore molto forte. Il papà intraprendente e lavoratore. La mamma, mite e dolce, creava quel clima di affetto e di unione, nonostante le difficoltà inevitabili della convivenza. Con la sua fede e la testimonianza della vita ci ha aiutate a conoscere e ad amare il Signore.
Purtroppo all’età di otto anni scoppiò la seconda guerra mondiale e per cinque lunghi anni abbiamo sofferto non tanto la fame, poiché papà procurava sempre il necessario, che sapeva condividere anche con i vicini più poveri, ma l’instabilità, la corsa ai rifugi, il terrore dei bombardamenti. Quando già il cuore gioiva per l’annunzio dell’armistizio il 25 aprile 1945, nel pomeriggio si udì un rombo di motori, si pensò fossero aerei amici, invece sganciarono bombe su bombe. Tra i morti purtroppo anche papà e mamma colpiti a tre metri di distanza da una bomba, mentre erano sulla strada in attesa di mia sorella che era corsa in casa a consegnare il fucile a un partigiano che poche ore prima aveva affidato al papà. Mia sorella fu salva, così pure io che tornavo dalla casa del nonno a circa 100 metri di distanza. Nello stesso giorno in cui veniva dichiarata la pace, rimanemmo in pochi minuti orfane dei genitori, noi due sole con la casa mezza diroccata. Il tutore scelto dai parenti, che secondo la legge doveva seguirci, fu il giovane Sacerdote don Settimo Lazzeri che ci mise interne nell’Istituto di Genova, Corso Sardegna 86. Ciò che mi confortò entrando in collegio fu la statua di Don Bosco, che trovai in Cappella. Tanto io come mia sorella, avevamo già contemplato, amato e festeggiato don Bosco nella Chiesa succursale dedicata a Lui vicino a casa nostra».
Don Bosco le attendeva e non le lasciò più uscire dalle sue case. Le due sorelle, all’insaputa l’una dall’altra, chiesero di entrare nell’Istituto e, dopo la Professione fatta nell’Anno Santo 1950, suor Nadia completò a Genova gli studi della Scuola Magistrale, mentre era assistente e aiutante economa. «Il Signore, racconta suor Nadia, mi fece ancora un altro grande dono: la vocazione missionaria». Nel 1954 fu mandata a Torino, all’Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze religiose appena aperto, dove conseguì il diploma di Scienze religiose e di Assistente Sociale. Dopo aver emessi i voti perpetui, in settembre, dato l’ultimo saluto alle amate superiore e alla cara suor Fulvia (allora si partiva sapendo di non più ritornare), il 22 ottobre 1956 suor Nadia giunse in Thailandia. Mentre apprendeva la difficile lingua Thai a Ban Pong, fu assistente delle alunne interne ed esterne Nel 1960 si aprì a Bangkok la nuova sede ispettoriale con annesso pensionato per studenti e suor Nadia fu una delle quattro pioniere che misero buone basi a quell’opera che fu fiorente fin dall’inizio. Nel 1970 venne nominata direttrice nella medesima casa.
Terminato il sessennio, fu per otto anni Ispettrice. Dal 1985 al 1989 ricoprì il ruolo di Maestra delle Novizie a Hua Mak. Dal 1989 al 1995 fu direttrice della grande scuola di Hat Yai. Nel triennio 1995-‘97 fu ancora direttrice nel pensionato di Bangkok Sala Daeng. Nel 2002 fu nominata Economa ispettoriale e continuò il servizio fino al 2007. Per il resto della sua vita rimase in Casa ispettoriale, prima come aiutante dell’Economa ispettoriale e poi incaricata della comunità degli immigrati italiani.
La sua salute non è mai stata molto forte, ma ha messo a servizio della gioventù e dello sviluppo delle opere della Thailandia tutti i suoi talenti di intelligenza e di cuore in una donazione senza calcoli e genuinamente salesiana. Attorno a lei si respirava buon umore e allegria. Specialmente con le studenti del pensionato, in collaborazione con la comunità sapeva creare quello spirito di famiglia che rendeva attraente l’ambiente, mentre esigeva il dovere ben fatto. Le giovani sentivano che lo faceva per il loro bene. Ne sono prova le numerose visite delle exallieve durante i suoi lunghi anni trascorsi in Casa ispettoriale quand’era ancora in attività e dopo la caduta del 2016 che richiese l’intervento al femore.
Era un’anima eucaristica e mariana. Aveva una spiccata devozione al Sacro Cuore, a don Bosco e a Maria Mazzarello della quale aveva partecipato, da neo-professa, alla canonizzazione nel 1951.
Ora la pensiamo nel Paradiso Salesiano a godere il premio meritato per la sua instancabile dedizione. Le affidiamo le necessità della Chiesa, dell’Istituto e della nostra Ispettoria per il rifiorire delle vocazioni.
L’Ispettrice
Suor Agnese Nipha Rangabpit
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