12 ottobre 2012

Il saluto di Franco Miano: fiaccole accese per dire la bellezza di Dio e della Chiesa, fiaccole per dire la bellezza di camminare insieme


La fiaccolata di questa sera e quella di cinquant’anni fa ci consegnano alcune immagini da continuare a portare nel cuore nel tempo che viene: la luce e il calore delle fiaccole, il cammino, il cammino insieme.

La luce e il calore delle fiaccole.

La fiaccolata dell’11 ottobre 1962 e la fiaccolata di questa sera hanno un unico grande filo conduttore: la passione per l’annuncio del Vangelo, quel qualcosa che arde nel cuore quando ci si mette in ascolto di Gesù. La trasmissione della fede e la nuova evangelizzazione possono avvenire, al di là degli strumenti e delle modalità, se il cuore dei cristiani è in fiamme, se il cuore è appassionato. Non vogliamo essere cristiani tiepidi ma “peregrinare sulle vie della storia”, accompagnati da tanti testimoni santi che ci indicano la «misura alta» della vita cristiana ordinaria (Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte 31).
Questa fiaccolata rappresenta il nostro abbraccio a Papa Benedetto XVI, come lo fu con Giovanni XXIII, per dire l’affetto e il sostegno, per riconoscere il legame che ci unisce a Lui e a tutta la Chiesa, per raccontare a tutti la gioia dell’essere cristiani e le meraviglie di Dio nella vita degli uomini e delle donne di ogni tempo.

Il cammino.

Abbiamo percorso un tratto di strada. Ci sentiamo in cammino sulle strade di Roma e idealmente di ogni città, in dialogo con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, portiamo con noi l’essenziale: la Parola di Dio.
Essere cristiani dentro la storia, amare il nostro tempo: è questo il senso del grande messaggio conciliare e dell’anno della fede che intende “suscitare in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza” (Benedetto XVI, Porta Fidei 9).

Il cammino insieme.

Come Azione Cattolica e come credenti tutti ci sentiamo in cammino e in cammino insieme. La Chiesa è comunione: il Sinodo in corso, con la presenza di padri sinodali da tutti i continenti, ci fa vivere una concreta esperienza, una tangibile immagine di quella cattolicità che diventò così chiaramente visibile per la prima volta con la partecipazione al Concilio dei vescovi da tutto il mondo.
La Chiesa è popolo di Dio che cammina nella storia. Siamo qui per testimoniare che con umiltà ci assumiamo le nostre responsabilità per questo tratto di strada che ci è affidato, a servizio del Vangelo e solidali con gli uomini e le donne del nostro tempo, a cominciare dai più poveri, per trasmettere con gioia il dono della fede alle giovani generazioni. Siamo qui, convinti che questo è il momento favorevole in cui operare insieme, in cui “stare nel presente per potere dare forma al futuro” (Benedetto XVI udienza generale 10 ottobre 2012) e fare un passo ulteriore nella costruzione del Regno. Siamo qui perché vogliamo impegnarci a far fruttificare il grande dono ricevuto cinquanta anni fa: il dono della Chiesa bella del Concilio.
Franco Miano

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