4 ottobre 2011

Vaticano - Mons. Hon Tai-Fai guarda alla Chiesa in Pakistan


(ANS – Città del Vaticano) – Il Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il salesiano mons. Savio Hon Tai-Fai, in occasione dell’inaugurazione dell’“Anno della Missione in Pakistan” (1° ottobre 2011 - 30 settembre 2012) ha inviato un messaggio alla Chiesa locale.
Occorre “rispetto per la libertà di religione e di coscienza, che è il segno distintivo della giustizia e della pace”, riporta il messaggio di mons. Hon Tai-Fai, rilasciato dall’Agenzia Fides. L’arcivescovo, dicendosi lieto “di condividere l’entusiasmo e il rinnovato slancio missionario per predicare il Vangelo e seminare la Parola di Dio nel terreno fertile di molti cuori”, nota che “in quanto piccola minoranza in una società a maggioranza musulmana, la Chiesa in Pakistan vive e si muove in un quadro che richiede sensibilità e grande amore per i nostri fratelli e sorelle musulmani”.
“Tra prove e tribolazioni, la vostra perseveranza nella fede, speranza e carità è ammirevole!”, dice il testo, che è stato letto all’assemblea di Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici riunita a Karachi per lanciare l’iniziativa dell’Anno della Missione.
Mons. Savio Hon Tai-Fai cita il XXV anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace svoltasi ad Assisi il 27 ottobre 1986, ricordando che “la pace, come un desiderio sincero di tutti, si presenta come qualcosa di fragile in molte società”. Per difenderla, “due cose sono di suprema importanza: l’imperativo interiore della coscienza morale, che ci invita a rispettare, proteggere e promuovere la vita umana. È l’imperativo che ci fa superare l’egoismo, l’avidità e lo spirito di vendetta. La seconda è la convinzione che la pace vada oltre gli sforzi umani. Così, la sua sorgente e realizzazione vanno ricercate in una realtà oltre tutti noi”.
Il Messaggio prosegue: “Come cristiani, siamo convinti della verità che Cristo è la nostra pace. Così, noi predichiamo Cristo e il suo Vangelo, perché con la sua vita e la morte ci ha insegnato ad amare, servire e fare la pace tra gli individui ed i popoli”. Focalizzandosi sul contesto pakistano, l’arcivescovo nota: “L’amore cristiano ci spinge al dialogo e a promuovere relazioni positive e costruttive con persone e comunità di altre religioni. È edificante constatare gli sforzi enormi compiuti in Pakistan, a testimonianza del fatto che cristiani e musulmani possono lavorare e camminare insieme in pace”, anche se è auspicabile “un urgente miglioramento” in tale campo.
Il Messaggio si conclude assicurando la vicinanza nella preghiera fra la Chiesa universale e la Chiesa pakistana e lancia un appello ai fedeli in Pakistan con le parole pronunciate da Gesù agli apostoli: “Non abbiate paura”.


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