7 febbraio 2011

Suor MARGHERITA GREPPI

Carissime sorelle, all’alba del 7 febbraio 2011, dall’Ospedale “St. John” di Guwahati (India), il Signore ha chiamato a sé la nostra cara Suor MARGHERITA GREPPINata a Pertengo (Vercelli) il 12 gennaio 1912. Professa a Nizza Monferrato (Asti) il 5 agosto 1935. Appartenente all’Ispettoria Indiana “Mater Ecclesiae”.
Margherita era la prima di 5 figli. Dei suoi cari, sono ancora vivi il fratello Nino medico, e l’ultimo dei fratelli: don Livio che è Salesiano. Rita, come era chiamata, era molto affezionata ai genitori, che la educarono in un clima saturo di valori umani e cristiani. Essendo la maggiore, esprimeva tratti di maternità verso i fratellini, come è confermato da don Livio: «Rita, sei stata una seconda mamma per me fin dalla nascita e la protettrice nella mia infanzia. Tu mi precedi e mi aspetti con affetto in paradiso».
Presto Rita avvertì la chiamata del Signore e scelse l’Istituto delle FMA, come lei stessa scrisse, «a motivo delle sue missioni nelle terre lontane. Ho fatto la domanda missionaria per poter lavorare per i poveri».
Un anno dopo la professione, fu inviata in India, dove giunse 16 dicembre 1936 con un gruppo di 6 FMA, lei e suor Alma Ghidone destinate al Nord Est. Dopo 15 mesi a Guwahati, fu trasferita a Shillong Laitumkhrah, in una casa in affitto. Con altre due consorelle insegnava nella scuola parrocchiale e anche a Malki. Ogni domenica suor Margherita e suor Cecilia Da Roit andavano a piedi fino a Mawlai per l’oratorio dove i bambini poveri e le giovani donne, quasi tutti non credenti, ascoltavano volentieri le suore. Nel 1938 venne aperta la casa a Mawlai, dove ha lavorato per 16 anni. Sentiamo cosa dice lei stessa: «Ho lavorato a Mawlai dal 1938 al 1954. Ho provato le fatiche dell’acquisto del terreno e della costruzione della casa. Durante quei 16 anni godevo nel visitare le famiglie dei villaggi e nell’insegnare il catechismo. Andavamo a piedi sempre. La vita era dura a causa della povertà, ma la gente era aperta e questo ci bastava. Volevo tanto bene a tutti e sentivo il loro affetto e riconoscenza». Come ricorda suor Agnes Kurkalang, che allora era ragazza, suor Margherita era instancabile nel suo donarsi e insegnava il catechismo ai bambini e agli adulti e li preparava a ricevere il Battesimo.Dal 1955 lavorò poi nelle comunità Tezpur, Tangla, Guwahati, Bandel, Maligaon come evangelizzatrice, catechista, educatrice ed economa locale. Per vari anni in queste case è stata anche direttrice manifestando dovunque un grande zelo apostolico. Era piuttosto riservata, ma aveva un grande amore per gli ammalati e i poveri. Ci restano di lei tanti esempi di eroica carità, specialmente nella cura dei malati di tubercolosi, abbandonati dalle famiglie per paura del contagio. Lei aveva il coraggio di prendersene cura, vedendo il volto di Gesù sofferente in loro.Suor Rosy Devassy, morta un mese fa, che ebbe la gioia di vivere per 12 anni con suor Margherita nella casa “St. Mary” di Guwahati, diceva: «Quando suor Margherita era direttrice, era molto gentile, paziente e voleva tanto bene alle suore e alle giovani, specialmente ai poveri. Insegnava per tante ore nella scuola, sempre paziente con tutti quelli che l’avvicinavano».Dal 1987 si trovava a Maligoan “St. Mary”. Edificava tutti con il suo spirito di preghiera e la sua presenza piena di amorevolezza nel cortile con i bambini. La sua profonda unione con Dio le ha facilitato l’accettazione dell’anzianità che ha vissuto con serenità e amore. Era molto fervorosa nell’accostarsi al sacramento della Riconciliazione con regolarità e nel partecipare all’Eucaristia tutti i giorni, tranne gli ultimi tre giorni prima della morte. Era molto docile e umile. La sua coscienza delicata la portava a chiedere i piccoli permessi e non faceva nulla senza consultare le superiore. Anche da anziana, era sempre occupata nel preparare vestiti per i poveri e per le missioni. Si distingueva per la cortesia del tratto, per l’amore all’ordine e alla pulizia. Esprimeva riconoscenza anche per un piccolo favore. Nutriva un grande amore a Maria e fu una degna sua figlia. Non la si vede mai senza il Rosario in mano e così fino alla fine. Altruista e attenta agli altri, quando qualcuna la visitava, si interessava di lei con bontà d’animo. La sua gentilezza e accoglienza verso le persone era eccezionale.
Suor Margherita fu cosciente fino all’ultimo respiro. Ebbe la gioia di ricevere l’Unzione degli infermi il giorno prima della morte. Cara suor Margherita, sentiamo la mancanza della tua serena presenza tra noi, ma siamo sicure che abbiamo una protettrice in Cielo. Intercedi per noi, per le giovani, per l’Ispettoria, per l’Istituto e per la Chiesa soprattutto quella del nord est dell’India.
L’Ispettrice
Suor Teresa Puthenpurakel

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