ROMA – “Piena libertà per le minoranze non musulmane in
Turchia”. È la richiesta
che anima il documento di 18 pagine del patriarcato ecumenico consegnato, ieri
mattina, personalmente dal patriarca Bartolomeo I al termine di un’audizione di
circa un’ora con i membri della Commissione parlamentare che stanno
revisionando la Costituzione turca.
Nonostante
“per il momento, il documento non si possa diffondere perché allo studio della
Commissione” alcune fonti del patriarcato ecumenico, secondo quanto riferito
dalla Radio Vaticana e dall'agenzia Sir, si dichiarano comunque
“soddisfatti” che, per la prima volta, il patriarca sia stato invitato dal
parlamento di Ankara a presentare le sue proposte.
Ancora
dal patriarcato è stato comunicato che: “La revisione costituzionale è in una
fase iniziale” e la speranza è che si possa essere ancora convocati e
soprattutto leggere la bozza prima che venga approvata.
“Per
la prima volta nella storia della Repubblica - ha spiegato Bartolomeo I ai
giornalisti all’uscita dell’audizione - le minoranze in Turchia hanno ricevuto
invito formale ad esprimere le loro proposte sulla bozza della nuova
costituzione”.
“Purtroppo
– aggiunge - sono state compiute ingiustizie ai danni delle minoranze lì
presenti, ma ora che sono state riconosciute, una nuova Turchia sta nascendo.
Lasciamo questo incontro con speranza e siamo estremamente grati”.
Lo
stesso sentimento di gratitudine viene espresso anche nel comunicato ufficiale
diffuso dal Patriarcato in cui si afferma che durante l’audizione il patriarca
ha potuto parlare dei “problemi” delle minoranze religiose in Turchia chiedendo
quindi il rispetto “dei diritti umani, e soprattutto la libertà di religione,
di coscienza e di istruzione”.
Nel
documento di 18 pagine, si sottolinea l’esigenza che le minoranze vengano
riconosciute “come cittadini a pieno titolo del Paese” al fine di superare “le
discriminazioni e le ingiustizie del passato”.
Tra
le richieste contenute del documento del patriarcato, spicca inoltre la
riapertura della Scuola teologica di Halki, la principale scuola di teologia
del patriarcato ecumenico di Costantinopoli fino alla sua chiusura nel 1971 per
ordine delle autorità turche.
Numerosi
studiosi ortodossi, teologi, preti e vescovi nonché molti patriarchi hanno
studiato nella suddetta scuola di Halki, compresi lo stesso patriarca
Bartolomeo e i suoi predecessori: i patriarchi Demetrius, Athenagoras, and
Maximus V.
Infine
va segnalata la presenza, tra i membri della delegazione che ha accompagnato il
patriarca, del professor Emre Öktem, docente di diritto, il quale ha suggerito
che la nuova costituzione faccia riferimento al Trattato di Losanna del 24
luglio 1923, in cui sono state definite le relazioni dello Stato turco con le
religioni non musulmane e vengono garantiti i diritti delle comunità cristiane
nel paese.
Fonte:
www.zenit.org
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