8 aprile 2020

Suor Máxima Elena FERRANDO GASPAR



Carissime sorelle, il 29 marzo 2020, dalla comunità “B. Eusebia Palomino” di Madrid El Plantío (Spagna), il Signore Gesù ha chiamato a partecipare alla gloria della Sua Risurrezione la nostra carissima sorella Suor Máxima Elena FERRANDO GASPAR.

Nata a Sueca, Valencia (Spagna) il 5 agosto 1933
Professa a Barcelona (Spagna) il 6 agosto 1955
Appartenente all’Ispettoria Spagnola “Maria Ausiliatrice” - Madrid

Suor Elena, come era chiamata, nacque in una famiglia semplice e laboriosa con sei figlie, di cui lei era la minore. Conobbe le FMA nel Collegio di Sueca e fu attratta dalla loro gioia e dalle attività dell'oratorio. Si distingueva per le sue qualità artistiche: eseguiva ottimi lavori di pittura su stoffa e ricami per la Chiesa. In seguito studiò Arti Applicate e Decorazione. Fu insegnante di sartoria e ricamo, campo nel quale sviluppò al meglio le sue competenze. Entrata nell’Istituto a 18 anni, già abile ricamatrice, fu ammessa al postulato il 31 gennaio 1953 e visse gli anni di formazione a Barcelona Sarriá dove emise la professione il 6 agosto 1955.
Le comunità che hanno apprezzato la sua azione educativa e didattica, prima della partenza per le missioni in Africa, furono: Alicante Collegio “Maria Ausiliatrice”, Elche de la Sierra, Alicante Collegio “Huérfanos de Ferroviarios”, Barcelona Sepúlveda e “Santa Dorotea”. Era molto amata dalle ragazze, affettuosa ed esigente allo stesso tempo. Nel Collegio di Alicante fu assistente di 60 orfane alla cui educazione integrale si dedicò con affetto, tenerezza materna e notevole pazienza. Ogni anno organizzava la mostra dei lavori per aumentare la loro autostima e il senso artistico. La sua richiesta di andare in missione fu una sorpresa per le suore. Aveva annotato: «Da alcuni anni sento un grande bisogno di vivere con maggiore dedizione e servizio. Per questo voglio che si sappia per iscritto che sono "disponibile" ad andare in altre terre: Africa? America?». Pensando alla difficoltà della lingua, indicò l'America, anche se era consapevole di poter essere utile nell'Ispettoria di Barcelona che aveva appena aperto una casa in Costa d'Avorio. Riteneva che le sue attività e competenze potessero favorire la promozione delle giovani donne in quella Nazione.
La sua domanda venne accettata nel 1982. Dopo un anno a Parigi per lo studio del francese, partì per Abidjan e il 21 gennaio 1983 giunse a Duékoué (Costa d’Avorio). Si inserì bene e rimase fino al 1999. Oltre ad occuparsi dei giovani, si dedicò ai malati nel dispensario. Per alcuni anni, andava anche in un lebbrosario. Collaborava con l'ospedale e con le autorità locali per varie iniziative in ambito sanitario. Coinvolgeva diverse persone per la formazione delle ostetriche tradizionali, per l'accompagnamento delle mamme e la costruzione di spazi sanitari nei villaggi. Distribuì "scatole di medicine" per il Pronto soccorso in più di 100 villaggi, abilitando il personale locale a gestire le cliniche mobili. Si assicurava che non mancasse mai la "nivaquina" per la malaria. A queste attività, alternava iniziative di pastorale giovanile con generosa disponibilità, trasferendosi nei villaggi. Apprezzata per il suo lavoro, nel 1990 ricevette un riconoscimento dal Ministero della Salute.
Era molto devota di Maria Ausiliatrice e si occupava, oltre che delle necessità sanitarie primarie, di 72 cappelle sparse nei villaggi. Dal 1999 al 2001 ad Abidjan fu vicaria ed economa della Casa ispettoriale. Passò poi a Kara (Togo) come economa e cordonatrice della pastorale fino al 2005, anno in cui fu inviata a Cotonou (Benin), aiuto-economa. Nel 2017 tornò ad Abidjan. Una FMA che visse con lei testimonia: «Aveva una straordinaria forza di volontà: a 70 anni ha imparato a usare il computer per tenere la contabilità. In tutte le case ha promosso le adozioni a distanza per aiutare i più poveri e i benefattori erano contenti per le accurate informazioni sulle donazioni ricevute. Faceva tutto con grande senso di appartenenza. Amava il lavoro ben fatto e non risparmiava tempo, pazienza e tutto ciò che era necessario». Molte suore affermano di aver ricevuto tanto da lei. Sono migliaia le persone beneficate dalla sua generosa donazione e dal suo ardore missionario.
Il ritorno in Spagna nel 2018 per la salute precaria le è costato sacrificio, ma l’ha accolto nella speranza di poter tornare in Africa. In comunità, a Madrid El Plantío, era elemento di pace e serenità. Servizievole e con capacità di adattamento, si accontentava di tutto. Donna generosa, riconoscente, simpatica, era attenta a tutte le sorelle. Accettava i contrattempi, le difficoltà e i dolori fisici senza lamentarsi. Quando si rese conto che non avrebbe potuto tornare alle Missioni, accettò la situazione con gratitudine verso le Superiore e soprattutto verso il Signore che invocava sempre e a cui offriva la sua vita quotidiana. La sua partenza per il Cielo a causa di un’insufficienza respiratoria, ha lasciato un grande vuoto in comunità.
Grazie, suor Elena, per la tua preziosa vita totalmente donata a Dio e all'Africa che si ricorderà sempre di te. Ora che sei con Maria, intercedi perché invii missionari del tuo calibro alla nostra Ispettoria e all'Istituto. 

L’Ispettrice
Suor Maria del Rosario Garcia Ribas

Nessun commento:

Posta un commento