Carissime sorelle,
il 15 gennaio 2021 dall’Ospedale “Imperial” di Khartoum (Sudan), il Signore ha chiamato a sé la nostra carissima
Suor Josephine PEREIRA.
Nata a Puthucurichy (India) il 1° agosto 1932
Professa a Kotagiri (India) il 24 maggio 1955
Appartenente alla Visitatoria “Maria Ausiliatrice” Etiopia - Sudan - Sud Sudan
I genitori, Elbadore e Eulogis, formarono una famiglia ricca di affetto e di fede. Chiesero per Josephine il Battesimo dopo una settimana dalla nascita, il 7 agosto. A nove anni ricevette la Cresima. Aveva un fratello ed una sorella maggiori di lei. Conclusa la scuola primaria, dal 1949 al 1952, insieme alla sorella, studiò nella scuola “Maria Ausiliatrice” di Vellore dove conobbe le FMA. Nel 1952 superò l’esame di grado superiore come disegnatrice di moda, ricamo e sartoria presso un Istituto Tecnico statale di Madras.
Il 21 novembre 1952 fu ammessa al Postulato a Madras ed il 24 maggio 1953 iniziò il Noviziato. Il 24 maggio 1955 fece la prima Professione a Kotagiri. Subito dopo, venne inviata a studiare per due anni a Vellore Katpadi “Auxilium College”. All’inizio della vita religiosa ebbe un serio problema di salute e le Superiore si presero amorevolmente cura di lei. Suor Josephine ricordava sempre con gratitudine la loro sollecitudine. Dal 1957 al 1959 nella comunità di Tirupattur si dedicò all’insegnamento di taglio e confezione. Poi lavorò come insegnante e assistente nel Collegio di Arni per due anni. Dal 1962 al 1964 continuò la stessa missione a Lonavla e nella comunità di Pali Hill.
Dal 1965 al 1969 fece parte della comunità di Polur come responsabile del laboratorio di cucito. Svolse lo stesso incarico dal 1969 al 1973 nella comunità di Wellington. Nel 1973 a Yercaud prestò anche il servizio di economa, seguendo i lavori della nuova costruzione. Dal 1974 al 1977 fu economa della casa di Vellore. Passò poi a Quilon come incaricata di seguire la costruzione della scuola. Dopo il completamento degli edifici, fu inviata nella casa di Vyasarpadi come responsabile del laboratorio di taglio e cucito per due anni. I numerosi trasferimenti di suor Josephine erano dovuti al fatto che le Superiore avevano grande fiducia in lei. Veniva, infatti, mandata in comunità dove c’erano alcune difficoltà relazionali perché, con il suo modo di essere e di fare, riusciva ad aiutare a mantenere o a rafforzare la comunione.
Quando l’Istituto lanciò il “Progetto Africa”, suor Josephine rispose con entusiasmo e zelo missionario, anche se aveva già 50 anni. Nel 1982 giunse, con un gruppo di consorelle, a Roma in Casa Generalizia per prepararsi alla missione. Dal 1983 al 1984 fu una delle pioniere a Tonj, nel Sud Sudan, un villaggio molto lontano, isolato e segnato da una grande povertà. Con immensa fiducia in Maria Ausiliatrice e grande fede, suor Josephine si impegnò nelle attività pastorali della parrocchia salesiana. La comunità aveva pianificato il lavoro educativo con i bambini e le donne; ma, con l’inizio della guerra, le suore dovettero trasferirsi a Wau, a 103 km da Tonj. Per un anno vissero nella casa delle Suore di Nazareth, una Congregazione locale. Suor Josephine venne coinvolta in attività pastorali con i bambini e un gruppo di donne. Nel frattempo, il vescovo della diocesi di Wau, mons. Ireneo Dud, aveva dato alle FMA una casetta e suor Josephine assunse inizialmente il ruolo di economa nella nuova comunità “Maria Ausiliatrice” e poi (dal 1990 al 1993) di animatrice, continuando a dedicarsi all’Asilo e all’attività di promozione con le donne. Dal 1993 era nella comunità “Maria Ausiliatrice” di Khartoum (Sudan), una realtà segnata da permanenti situazioni di incertezze e difficoltà politiche, sociali e religiose. Svolse il servizio di economa fino al 2011, di vicaria fino al 2016 e di responsabile del settore della Promozione della donna fino alla fine della sua vita.
Durante tutta la sua esistenza, suor Josephine ha dimostrato un grandissimo amore a Gesù, alla Madonna, a San Giuseppe, all’Istituto e alla sua comunità, ai poveri dovunque. Si rendeva sempre disponibile agli impegni comunitari e pastorali: lavori della casa, animazione liturgica, visite alle famiglie, partecipazione a tutte le attività pastorali con bambini, giovani e donne. Visse la sua vocazione con gioia, fedeltà e grande fiducia nell’aiuto dall’Alto e con un’apertura di cuore e di mente, pronta sempre ad imparare.
Fino agli ultimi giorni era attorniata da bambini che l’aiutavano ad arrivare fino al laboratorio, dove svolgeva con diligenza l’attività di sarta. L’11 gennaio scorso non si sentì bene e le fu diagnosticata una polmonite. Le sorelle della comunità l’hanno assistita con molta cura e la sua preghiera di tornare alla Casa del Padre nella pace ed in tempi brevi, è stata esaudita. Grazie, suor Josephine, per la testimonianza della tua vita generosa, per aver sostenuto, con la tua fede e la tua tenacia, la speranza di tanti Sud Sudanesi colpiti da violenze costanti, ingiustizie e povertà estrema. Continua dal Cielo ad intercedere per la pace e per il dono di vocazioni gioiose e intrepide come la tua.
Il 21 novembre 1952 fu ammessa al Postulato a Madras ed il 24 maggio 1953 iniziò il Noviziato. Il 24 maggio 1955 fece la prima Professione a Kotagiri. Subito dopo, venne inviata a studiare per due anni a Vellore Katpadi “Auxilium College”. All’inizio della vita religiosa ebbe un serio problema di salute e le Superiore si presero amorevolmente cura di lei. Suor Josephine ricordava sempre con gratitudine la loro sollecitudine. Dal 1957 al 1959 nella comunità di Tirupattur si dedicò all’insegnamento di taglio e confezione. Poi lavorò come insegnante e assistente nel Collegio di Arni per due anni. Dal 1962 al 1964 continuò la stessa missione a Lonavla e nella comunità di Pali Hill.
Dal 1965 al 1969 fece parte della comunità di Polur come responsabile del laboratorio di cucito. Svolse lo stesso incarico dal 1969 al 1973 nella comunità di Wellington. Nel 1973 a Yercaud prestò anche il servizio di economa, seguendo i lavori della nuova costruzione. Dal 1974 al 1977 fu economa della casa di Vellore. Passò poi a Quilon come incaricata di seguire la costruzione della scuola. Dopo il completamento degli edifici, fu inviata nella casa di Vyasarpadi come responsabile del laboratorio di taglio e cucito per due anni. I numerosi trasferimenti di suor Josephine erano dovuti al fatto che le Superiore avevano grande fiducia in lei. Veniva, infatti, mandata in comunità dove c’erano alcune difficoltà relazionali perché, con il suo modo di essere e di fare, riusciva ad aiutare a mantenere o a rafforzare la comunione.
Quando l’Istituto lanciò il “Progetto Africa”, suor Josephine rispose con entusiasmo e zelo missionario, anche se aveva già 50 anni. Nel 1982 giunse, con un gruppo di consorelle, a Roma in Casa Generalizia per prepararsi alla missione. Dal 1983 al 1984 fu una delle pioniere a Tonj, nel Sud Sudan, un villaggio molto lontano, isolato e segnato da una grande povertà. Con immensa fiducia in Maria Ausiliatrice e grande fede, suor Josephine si impegnò nelle attività pastorali della parrocchia salesiana. La comunità aveva pianificato il lavoro educativo con i bambini e le donne; ma, con l’inizio della guerra, le suore dovettero trasferirsi a Wau, a 103 km da Tonj. Per un anno vissero nella casa delle Suore di Nazareth, una Congregazione locale. Suor Josephine venne coinvolta in attività pastorali con i bambini e un gruppo di donne. Nel frattempo, il vescovo della diocesi di Wau, mons. Ireneo Dud, aveva dato alle FMA una casetta e suor Josephine assunse inizialmente il ruolo di economa nella nuova comunità “Maria Ausiliatrice” e poi (dal 1990 al 1993) di animatrice, continuando a dedicarsi all’Asilo e all’attività di promozione con le donne. Dal 1993 era nella comunità “Maria Ausiliatrice” di Khartoum (Sudan), una realtà segnata da permanenti situazioni di incertezze e difficoltà politiche, sociali e religiose. Svolse il servizio di economa fino al 2011, di vicaria fino al 2016 e di responsabile del settore della Promozione della donna fino alla fine della sua vita.
Durante tutta la sua esistenza, suor Josephine ha dimostrato un grandissimo amore a Gesù, alla Madonna, a San Giuseppe, all’Istituto e alla sua comunità, ai poveri dovunque. Si rendeva sempre disponibile agli impegni comunitari e pastorali: lavori della casa, animazione liturgica, visite alle famiglie, partecipazione a tutte le attività pastorali con bambini, giovani e donne. Visse la sua vocazione con gioia, fedeltà e grande fiducia nell’aiuto dall’Alto e con un’apertura di cuore e di mente, pronta sempre ad imparare.
Fino agli ultimi giorni era attorniata da bambini che l’aiutavano ad arrivare fino al laboratorio, dove svolgeva con diligenza l’attività di sarta. L’11 gennaio scorso non si sentì bene e le fu diagnosticata una polmonite. Le sorelle della comunità l’hanno assistita con molta cura e la sua preghiera di tornare alla Casa del Padre nella pace ed in tempi brevi, è stata esaudita. Grazie, suor Josephine, per la testimonianza della tua vita generosa, per aver sostenuto, con la tua fede e la tua tenacia, la speranza di tanti Sud Sudanesi colpiti da violenze costanti, ingiustizie e povertà estrema. Continua dal Cielo ad intercedere per la pace e per il dono di vocazioni gioiose e intrepide come la tua.
La Superiora della Visitatoria
Suor Ruth del Pilar Mora
Suor Ruth del Pilar Mora
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