Carissime sorelle, il 12 agosto 2020, primo giorno del triduo per la solennità di Maria Assunta in cielo, dalla casa “B. Laura Vicuña” di Quezon City (Filippine), la nostra Madre celeste è venuta a prendere per condurla all’ultima dimora la nostra carissima missionaria Suor Corazon JACA.
Nata a Cotabato City (Filippine) il 30 aprile 1956
Professa a Canlubang, Laguna (Filippine) il 24 maggio 1983
Appartenente all’Ispettoria Filippina “S. Maria D. Mazzarello” – Manila
Suor Corazon era la quarta di dieci figli. Il papà, ispettore dell’Ufficio
dei terreni, ha trasmesso loro i valori dell’operosità, dell’onestà e della
dignità. Da giovane Corazon era assidua all'oratorio salesiano di Cebu, dove
era anche catechista. Frequentò poi il corso propedeutico di Medicina e nel
1978 iniziò l’Aspirantato. Visse la formazione iniziale a Canlubang. Era considerata
un “tuttofare”, perché creativa, intraprendente e con senso pratico. Metteva a
servizio di tutti le sue energie e doti; era la regina degli scherzi e delle
barzellette. Sempre pronta a dare una mano, condivideva le sue conoscenze e
abilità senza riserve. Anche quando le facevano perdere la pazienza, era pronta
a perdonare e a dimenticare.
Ammessa al Postulato il 24 luglio 1980 e al Noviziato il 24 maggio 1981, suor
Corazon emise i voti religiosi il 24 maggio 1983. Inizialmente fu a Manila Tondo
dove per due anni espresse le sue doti musicali e lavorò per l’animazione
giovanile e la formazione dei catechisti della parrocchia. Dopo un anno a Cebu
City, tornò a Tondo. Nel 1989 riprese a dedicarsi alla pastorale parrocchiale a
Cebu City, ma l’anno dopo fu mandata a Roma per poter realizzare il suo sogno missionario.
Nell’ottobre del 1990 partì per l‘Etiopia, diventata la sua seconda patria
per quasi 20 anni. I primi tre anni li visse ad Addis Abeba. Dopo un anno a
Zway come insegnante, trascorse qualche mese a Dilla, cominciando a lavorare nell’ambulatorio.
Nel 1995 rientrò nelle Filippine, a Cebu, per completare gli studi di medicina.
Nel 2003 tornò in Etiopia, a Dilla, dove svolse l’attività di medico per ben 13
anni. Purtroppo nel 2016 dovette tornare di nuovo nelle Filippine per cure
mediche: aveva cominciato a sperimentare l’esaurimento fisico, con dolori alle
ossa. Verso la fine del 2017 tornò in Etiopia, perché doveva rinnovare il
permesso di lavoro. Ma verso la fine del 2018 fu riaccompagnata nelle Filippine
per ulteriori cure.
Quando le fu diagnosticato un cancro al quarto stadio, suor Corazon si aggrappò
a tutte le risorse della fede e della scienza, nella speranza di poter guarire.
A metà maggio di quest’anno, la situazione ha cominciato ad aggravarsi. Spesso
alzava le braccia e invocava: “Mamma! Mamma!”. Diceva di vedere la Madonna e
dei bellissimi fiori. Si è spenta serenamente, accompagnata dal fratello e da
altri parenti.
C'è una parola che può esprimere l'essenza del cuore di suor Corazon:
"missionaria". Era
missionaria fino in fondo, da quando aveva sognato di diventare FMA! Con questa
unica finalità aveva frequentato diversi corsi, sempre in funzione dell'apostolato.
Ha abbracciato l'Etiopia e la sua gente, imparando la lingua amarica e cercando
di inculturare il Vangelo. Ha anche abbracciato tutto quello che la vita
missionaria comportava: le comunità missionarie internazionali, il clima, i
costumi e i cibi diversi. Ha dovuto sopportare pure l'opposizione dei medici
locali che perdevano i loro pazienti per “la Dottoressa", come la chiamavano.
Nella sua donazione di medico-missionaria, ha espresso un amore speciale
per i più poveri e sofferenti. Con le sue conoscenze di tecnologia degli
ultrasuoni e di medicina naturale, ha insegnato ai poveri ad utilizzare le
medicine locali per guarire. Una delle sue compagne missionarie in Etiopia
testimonia che amava condividere l'articolo 7 delle Costituzioni: “Come la prima comunità di Mornese, siamo
chiamate ad esprimere quella carità paziente che tutto scusa, di tutti ha
fiducia, tutto sopporta e non perde mai la speranza”.
Suor Corazon ha certamente vissuto questa “carità paziente” verso tutti anche
fino a notte tarda, spesso saltando i pasti. Non solo dispensava medicine ed eseguiva
interventi chirurgici, ma dispensava speranza e coraggio, compiendo miracoli di
vita! Amava la comunità e cercava di essere sempre a servizio di tutte, come
pure in parrocchia tra i giovani. Tutta questa intensa capacità di amare e di
donarsi poteva scaturire solo dalla preghiera e dall’amore a Gesù. Aveva anche una
grande devozione alla Madonna, alla Beata Maria Romero e a Padre Pio. Una
missionaria dice di lei: “Ogni volta che la incontravo, respiravo pace e
dedizione silenziosa. Era una persona che costruiva la gloria di Dio e non la
propria”.
Oltre alle suore della Visitatoria “Etiopia-Sudan-Sud Sudan” e
dell’Ispettoria delle Filippine, soffrono per la sua dipartita anche le donne ed
i giovani che ha servito. Insieme ad un'ex volontaria in Etiopia, preghiamo: “Possa la sua vita dedicata ai più deboli,
diventare un inno di lode e di ringraziamento a Dio per la grazia di averla
conosciuta e per la sua benefica presenza in un mondo carico di povertà e
sofferenza”.
L’Ispettrice
Suor
Mabel Pilar
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