30 maggio 2013

100mila cristiani uccisi ogni anno per la loro fede

Monsignor Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede all'ONU di Ginevra richiama al rispetto della libertà religiosa
Di Junno De Jesús Arocho Esteves

GINEVRA - Monsignor Silvano M. Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ONU a Ginevra, ha richiamato il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ad una maggiore protezione dei cristiani soggetti a discriminazioni ed aggressioni. Tomasi ha tenuto il suo discorso lunedì scorso, durante il Dialogo Interattivo del Consiglio a Ginevra.
“Le serie violazioni del diritto alla libertà religiosa in generale, e la recente continua discriminazione, con sistematiche aggressioni inflitte ad alcune comunità cristiane in particolare, preoccupano profondamente la Santa Sede e molti governi democratici, le cui popolazioni abbracciano varie religioni e tradizioni culturali”, ha affermato l’arcivescovo.
Monsignor Tomasi ha citato le allarmanti statistiche che stimano che oltre 100mila cristiani vengano violentemente uccisi ogni anno per la loro fede. Altri, ha aggiunto, sono costretti alla fuga, stuprati, torturati o rapiti a causa della loro appartenenza religiosa, come è avvenuto, ad esempio, in Siria, dove due vescovi sono stati sequestrati più di un mese fa ad Aleppo.
“Molti di questi atti sono stati perpetrati in alcune aree del Medio Oriente, in Africa e in Asia, e sono il frutto del bigottismo, dell’intolleranza, del terrorismo e di alcune leggi discriminatorie”, ha osservato monsignor Tomasi. “Inoltre, in alcuni paesi occidentali, dove storicamente la presenza cristiana è stata parte integrante della società, emerge un trend che tende a marginalizzare il cristianesimo dalla vita pubblica, ne ignora il contributo storico e sociale, e apporta addirittura restrizioni alla possibilità di portare avanti opere caritative e di volontariato da parte di comunità religiose”.
Citando il riconoscimento della religione, da parte del Consiglio dei Diritti Umani, come un valido contributo alla “innata dignità e al valore della persona umana”, monsignor Tomasi ha affermato che i servizi cui la Chiesa provvede in tutto il mondo, in particolare negli ambiti dell’educazione, del volontariato e della sanità, “impongono di non discriminare i cristiani”.
Concludendo il suo discorso, il presule ha ringraziato le varie delegazioni che hanno parlato nella sessione per la difesa della libertà religiosa e coloro che sono finiti nel mirino per la loro fede. Citando le parole di papa Francesco in occasione del 1700° anniversario dell’Editto di Milano, monsignor Tomasi ha affermato la sua speranza che “le autorità civili rispettino ovunque il diritto alla libera espressione pubblica della fede ed accettino senza pregiudizio il contributo che il Cristianesimo continua ad offrire alla cultura e alla società del nostro tempo”.


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